SAMARATE – Una pietra di inciampo ricorderà la morte di Amedeo Magnaghi, deportato da Samarate durante la Seconda guerra mondiale al campo di concentramento di Mauthausen, dove trovò la morte il 6 gennaio del 1945.
I deportati samaratesi
Il consiglio comunale, nella seduta del 16 giugno 2020, aveva approvato una mozione che impegnava l’esecutivo Puricelli ad avviare l’iter per la richiesta di pietre di inciampo per i deportati samaratesi durante il secondo conflitto mondiale. A seguito di verifiche d’ufficio e con l’Associazione Partigiani di Samarate, è stato accertato che soltanto Magnaghi, nato a Samarate il primo luglio 1893, è in possesso dei requisiti. L’assessore Maura Orlando (Cultura) ha dunque formalmente portato in giunta l’avvio della procedure per la posa di una pietra di inciampo in sua memoria.
In piazza Italia
Il sindaco Enrico Puricelli e i suoi assessori hanno individuato piazza Italia quale luogo più consono per il posizionamento della pietra di inciampo. Più precisamente al civico 26 di fronte al cancello che collega a piazza Donne della Resistenza. Rispetto all’ultima residenza di Magnaghi, posta in una stretta via con un traffico veicolare importante, si tratta di un luogo di aggregazione che consentirebbe una maggiore visibilità.
Cosa sono le pietre d’inciampo
Un piccolo blocco quadrato di pietra ricoperto di ottone lucente. Questo sono le pietre d’inciampo, in tedesco Stolpersteine. E’una iniziativa dell’artista Gunter Demnig che prende avvio nel 1995 a Colonia, in ricordo di mille tra Sinti e Rom deportati nel maggio del 1940. Ha preso così vita una straordinaria mappa della memoria nel tessuto urbanistico delle città europee: ogni pietra, posta davanti alle porte delle abitazioni, ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte (se conosciuta) di ogni persona perseguitata dal nazismo.
Samarate ricorda la strage di Linate. E intitola un parco al motociclista Ubbiali