Samarate, Progetto Democratico punta il dito: «La cultura viene messa da parte»

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SAMARATE – «Sembra che sulla cultura l’amministrazione non abbia nulla da dire. E che per venire a conoscenza di fatti e decisioni siano le opposizioni a dover porre delle domande. Altrimenti, il nulla». A parlare è il gruppo d’opposizione Progetto Democratico, in riassunto alla Commissione Cultura ed Eventi che si è svolta lo scorso 10 novembre a Samarate. La minoranza ha approfittato dell’occasione – «che purtroppo ha cadenza solo annuale» – per condividere con l’amministrazione guidata dal sindaco Enrico Puricelli «l’amarezza per la mancanza di attività rispetto alle richieste avanzate, sia dai commissari che in sede di consiglio comunale». Sul tavolo anche una serie di considerazioni in merito all’offerta culturale in città, «da tempo relegata a tema procrastinabile, già prima che la pandemia colpisse il nostro territorio: lo conferma la frequenza con cui la Commissione si riunisce». Pochi giri di parole per Progetto Democratico: «È desolante».

Il sistema bibliotecario

Il primo intervento riguarda il consorzio Panizzi, del quale fa parte anche la biblioteca di Samarate. E della «profonda mutazione» che sta vivendo. L’uscita dal consorzio da parte del Comune di Cavaria con Premezzo costerà al Panizzi la possibilità di «mantenere la forma consortile in futuro», spiega Progetto Democratico. «A quanto pare si tratta di un passaggio obbligato, ma nessuno conosceva i contenuti della nuova forma di gestione del sistema bibliotecario». E vista la «valutazione ampiamente positiva del servizio attualmente offerto da Panizzi – soprattutto per quanto riguarda la digitalizzazione del catalogo, l’interprestito e l’offerta collegata ai servizi – abbiamo manifestato il timore che il sistema venga gettato alle ortiche, a fronte di un risparmio risibile per le amministrazioni consorziate (poche centinaia di euro l’anno)». Da qui la richiesta al Comune di «vigilare, affinché non si perda la qualità di questo progetto».

Progetto democratico sposta poi l’attenzione sul contratto di servizio per il triennio 2019-2021, citando il passaggio in cui «si assume l’impegno, per i Comuni che hanno tra i 10 e i 20mila abitanti, come Samarate, a garantire un minimo di otto stazioni multimediali ad uso degli utenti». Attualmente in biblioteca ce ne sono di meno: «A un anno dalla scadenza del contratto, questo impegno non è stato rispettato». Vien da sé la sollecitazione a «porre rimedio il prima possibile, nell’interesse della popolazione».

Il post-pandemia e le collaborazioni

Fra gli argomenti intavolati anche «quello di chiarire se e come l’amministrazione stesse pianificando il post-pandemia riguardo i luoghi in cui organizzare eventi culturali», prosegue il gruppo di minoranza. «Spiace apprendere che, nonostante fosse tra i punti fermi della campagna elettorale dell’attuale maggioranza, il trasferimento dell’ufficio Tecnico e la conseguente disponibilità della sala Congressi si avvii a un destino incerto per via dei costi (il consigliere Tarantino ha indicato una cifra attorno ai 600mila euro) e per la lunga tempistica richiesta per ricavare ulteriore spazio nella Casa Mauri». E anzi, in un gioco di rapporti per rilanciare la cultura a Samarate, Progetto Democratico mette in evidenza «la nota particolarmente stonata di un’amministrazione che, di fronte alle richieste di maggiore concertazione da parte dei rappresentanti delle associazioni del territorio, ribatte accusando le stesse associazioni di scarsa propensione alla collaborazione».

L’importanza delle Commissioni Cultura

Il gruppo d’opposizione chiude sottolineando l’importanza delle commissioni, «luoghi preposti alla discussione costruttiva e alla coordinazione». Se questi posti vengono meno «ci ritroveremo ad avere sovrapposizioni di eventi». Le commissioni convocate negli ultimi 18 mesi di mandato Puricelli sono solo due e «sono state convocate su richiesta dell’opposizione». Concludono così: «Dato che non vediamo come realistico uno scenario dove questa abitudine cambierà, continueremo a farlo con cadenza più serrata perché continuiamo caparbiamente a credere che il confronto e la discussione siano importanti ed essenziali, soprattutto in campo culturale».

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