San Gioacchino, la Gioeubia e la ruota che gira

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Mentre il Paese è in ansiosa attesa del risultato delle elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria (c’è chi ritiene il loro esito decisivo per le sorti politiche nazionali: tutto cambi affinché tutto rimanga come prima), Gallarate e Busto Arsizio dibattono al loro interno di problemi epocali: la ruota panoramica istallata nel centro storico e il falò della Gioeubia. Temi a cui si accoda, seppure su un altro versante, quello del tutto è possibile, la conversione di Gioacchino Caianiello detto Nino, passato dalla gestione politica spregiudicata e, secondo le accuse dei pubblici ministeri di Milano, un tantinello fuori legge, ad attività sociali, di solidarietà. Scenario che per certi aspetti lascia di stucco, a partire dal pro e contro alla trasformazione di un centro storico, quello di Gallarate, in un luna park; benché fosse già accaduto a Busto Arsizio, stessa ruota piazzata davanti alla basilica, stesse polemiche, stesse giustificazioni: serve per il rilancio del commercio in città. Con ampi consensi dell’opinione pubblica sui social e non solo. Boh.

Scenario, dicevamo, caratterizzato da battibecchi pseudo istituzionali sull’opportunità di bruciare la Gioeubia davanti a una scuola bustocca: dal niet della preside “di ferro”, che dà dei cialtroni ai politici rei di aver messo in discussione il suo verbo, fino all’intervento pacificatore del primo cittadino che dice e non dice, inserendosi nella diatriba come mai ha fatto sinora su altre questioni, diciamo così, più di sostanza, che toccano da dentro la sua amministrazione. Vicende che imbarazzano se non spiegate, come l’affidamento di un intervento plurimilionario a una società dichiarata fallita, la lite con un potentato della grande distribuzione che chiede al Comune milionate per i presunti danni patiti, la piazza che va in briciole e altre cosucce che meriterebbero allo stesso modo della Gioeubia di conoscere il parere di Palazzo Gilardoni. O per caso, in scia a certi recenti siparietti, è necessario citofonare al sindaco per domandargli: “Scusi, lei spaccia informazioni vere o false?”

Non abbattiamoci. Prima o poi i nodi verranno al pettine e gli orizzonti si apriranno. A Busto come a Gallarate, centro squassato dall’inchiesta Mensa dei poveri attorno alla quale, perlomeno in sede amministrativa, è calato il silenzio. Come se non fosse accaduto nulla. Nel frattempo la “roeuda la gira” e c’è chi, sfruttando l’opportunità, si dà al sociale. Per Caianiello, altro giro, altra corsa. Appunto. Dalla politica politicante alle opere di bene. Subliminale il messaggio di uno degli obiettivi: “Non disperdere la rete di relazioni costruita in tanti anni di impegno politico”. In altre parole, far fruttare le amicizie in modo concreto, non per cercare voti e decime da incassare, ma bisognosi da aiutare. Ecco, le vie del Signore sono proprio infinite. San Paolo si convertì sulla via di Damasco, Gioacchino sulla strada del tribunale. Che diventi santo pure lui?

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