Sanità privata, contratto fermo da 14 anni: dopo Varese presidio anche a Busto

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BUSTO ARSIZIO – «Il tempo degli eroi è finito. Non importa più a nessuno che queste persone, che sono state in prima linea per dodici ore al giorno contraendo anche il Covid, siano senza contratto». Sono queste le parole di Anna Muggianu, segretaria di Fp Cgil Varese, al presidio dei sindacati indetto oggi, lunedì 31 agosto, a Busto davanti alla sede di Univa a Busto Arsizio: prosegue la protesta dei lavoratori della sanità privata per il mancato rinnovo del contratto collettivo di lavoro, scaduto da quattordici anni. Dopo la manifestazione di una settimana fa a Varese, i sindacati hanno replicato a Busto Arsizio.

Le garanzie al rinnovo contrattuale

«Tanti di loro sono stati acclamati come eroi, hanno indossato tute per dodici ore al giorno, con riposo e ferie sospese, e continuano a fare con coscienza il loro lavoro negli ospedali», ha sottolineato Muggianu. «Dopo la firma di una pre-intesa le associazioni datoriali Aris e Aiop si sono tirate indietro. Fa senso, perché dietro Aris c’è la Chiesa, che quindi non ottempera alle parole del Papa. A detta loro, non ci sarebbero sufficienti garanzie dalle Regioni per applicare il rinnovo contrattuale; ma verrebbe finanziato al cinquanta per cento dallo Stato, come deciso in un tavolo con il ministro Speranza».

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Una situazione inaccettabile

Secondo Muggianu, l’arretramento nasconderebbe altre ragioni: modificare tariffario e buget delle prestazioni, e la scelta di Confindustria di non sottoscrivere più nuovi contratti di lavoro: «Secondo il presidente Carlo Bonomi l’inflazione non giustifica un loro rinnovo. In mancanza di cambiamenti proclameremo uno sciopero generale il 16 settembre».
Come ha osservato Nunzio Praticò, segretario di Fp Cisl Varese, «è la prima volta che il contratto collettivo è scaduto da quattordici anni, e che non ne è stato concluso uno dopo una pre-intesa. Il governo si fa carico di finanziare una quota del rinnovo ma Aris e Aiop, presentando scuse inverosimili, hanno leso la nostra dignità. È inaccettabile: l’arretramento del pubblico nella sanità ha messo nelle condizioni di mettere sotto ricatto i lavoratori».

Un segnale concreto

«Non si riesce a capire il motivo del comportamento di Aris e Aiop», ha aggiunto Lorenzo Raia, segretario di Uil Fpl Varese. «Manifestiamo in un momento critico, non ci siamo ancora lasciati la pandemia alle spalle: proprio ora si dovrebbe dare un segnale concreto. Soprattutto dopo la disponibilità dimostrata da Governo e Conferenza delle Regioni: viene da pensare che per questi signori il profitto non è mai troppo».
Per Gianluca Signorella, Uil Fpl di Multimedica, la sensazione è quella di una presa in giro: «Bonomi sa solo dire no a chiusure e lockdown, ma dov’è quando ci sono da firmare i contratti? Gli infermieri di Busto Arsizio non sono diversi da quelli di Multimedica: perché si rinnova il pubblico e non il privato? Qualche giorno fa il presidente di Confindustria si è detto disposto a firmare dei contratti, ma non si capisce quali. E su questa vertenza non dice nulla: dopo quattordici anni di mancato rinnovo del contratto, dov’è?».

Sanità privata, contratto da rinnovare da 14 anni. La protesta dei sindacati a Varese

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