Scafista fermato a Milano: è accusato di aver organizzato uno sbarco a Lampedusa

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MILANO – Il denaro, il traffico di vite umane, la spregiudicatezza, per far arrivare nel nostro Paese decine di persone dall’estero, su imbarcazioni improvvisate. Di questo è accusato un egiziano di 29 anni, fermato oggi a Milano dalla Polizia di Stato, con l’accusa di essere uno degli scafisti di uno sbarco registrato il 17 agosto scorso a Lampedusa.

Le indagini

Un barcone di soli 12 metri, nel quale erano stati stipate 82 anime, tra cui bengalesi, egiziani e sudanesi. Sono sbarcati sull’isola di Lampedusa dopo giorni di navigazione, in condizioni igienico sanitarie disperate, senza cibo e con poca acqua, dopo aver pagato con tutto ciò che possedevano. Durante la traversata venivano costantemente minacciati di morte e, nonostante praticamente nessuno sapesse nuotare, a bordo non era presente neppure un salvagente. Chi si lamentava, veniva brutalmente picchiato.

Una volta arrivati a destinazione, gli scafisti si sono mischiati tra gli altri, fingendosi a loro volta profughi. Grazie alla collaborazione di molti dei migranti arrivati in Italia però, immediatamente sono partite le indagini, che hanno portato all’identificazione di otto persone, tre cittadini egiziani e cinque sudanesi, accusati di aver gestito l’organizzazione. Tra loro, due egiziani sono stati arrestati in Campania, mentre il terzo è stato scovato oggi in Lombardia.

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