Senzatetto a Legnano, Pavan: «76 accolti da housing sociale, ma serve il consenso»

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LEGNANO – «Il problema esiste e da tempo, anche se, nella nostra città, in termini più contenuti che altrove. Detto che in questo periodo si scontano gli effetti di un problema ulteriore, la chiusura delle strutture di accoglienza per l’emergenza sanitaria, è bene precisare quelle che sono le possibilità di un Comune per provare a risolvere il problema, che richiede sempre e comunque il consenso e la collaborazione del diretto interessato». Così Anna Pavan, assessore al Benessere e sicurezza sociale del Comune di Legnano, dopo i casi segnalati da Fratelli d’Italia e dal Circolo Carlo Borsani e a seguito dell’incontro del Piano di Zona del Legnanese in cui si è discusso sul tema dell’housing sociale.

«Pochi i casi in cui si avvia un percorso di recupero»

«Per chi ha problemi abitativi – spiega Pavan – e si trova nella necessità immediata di una sistemazione, è attivo il canale dell’housing sociale che è gestito dal Comune attraverso un accordo con l’associazione Cielo e terra e con i Padri Somaschi. La situazione, al momento, vede ospiti 38 nuclei sociali per un totale di 76 persone; 25 di queste sono single. Bisogna ricordare che la soluzione dell’housing sociale si accompagna sempre a un impegno della persona seguita a rispettare delle regole e a seguire un percorso per acquisire autonomia e recuperare una qualità della vita accettabile. Radicalmente diversa è la questione dei senza dimora, coloro che pernottano all’aperto, perché diversi sono i problemi in gioco. In questi casi, molto spesso – puntualizza la vicesindaco – anche l’offerta di una sistemazione non si traduce automaticamente in un’accettazione da parte della persona. Spesso si tratta di persone già indirizzate in comunità da cui si sono in seguito volontariamente allontanate, o che non hanno accettato proposte di sistemazione in strutture di housing sociale perché imponevano regole da rispettare. Gli agenti della Polizia locale, quando identificano negli spazi pubblici un senza dimora, attivano immediatamente i Servizi sociali e, da un anno, l’Azienda So.Le, che ha in atto un progetto specificamente dedicato, “Prima la casa”, che ha registrato tre sistemazioni per cittadini legnanesi nel 2020. Il punto è – conclude Anna Pavan – che se si propone di rivolgersi ai Servizi sociali, non lo si può imporre, e questo spiega la ragione dei rari casi in cui si riesce ad avviare un percorso di recupero. Di fronte a un rifiuto ci dobbiamo fermare, anche se la possibilità di essere presi in carico rimane sempre».

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