Sesto 2030: «Preoccupati per il futuro del mercato. L’amministrazione agisca ora»

SESTO CALENDE – «Se l’amministrazione non dà un quadro chiaro e tempestivo delle intenzioni e delle tempistiche per arrivare ad una soluzione definitiva, questo coinciderà con un declino inarrestabile del mercato di Sesto Calende». Sono le parole del gruppo di opposizione Sesto 2030, che torna senza giri di parole sulla questione mercato e sulla sua collocazione definitiva: in centro, come da tradizione, o in via Lombardia, che ha ospitato le bancarelle durante l’emergenza Covid? Poche settimane fa la giunta guidata dal sindaco Giovanni Buzzi aveva dichiarato, per voce del suo vice Edoardo Favaron, «l’imminenza della consultazione cittadina», ricorda la minoranza. Il periodo indicato per il referendum «era quello a cavallo tra la fine di gennaio e inizio febbraio, ad oggi però tutto tace».

«Non sembra più una priorità per l’amministrazione»

Sesto vive una situazione «di incertezza e provvisorietà che perdura da circa 8 mesi». Il gruppo di minoranza ha già dato modo di esprimere «timori e criticità» sulla scelta di un referendum per una questione «tanto delicata» come il mercato, «dato che manca un elemento che possa bilanciare i pesi in gioco tra le categorie maggiormente toccate dall’ubicazione definitiva». Così Giorgio Circosta, membro del gruppo: «Aspettavamo che l’amministrazione desse indicazioni definitive sulle date e modalità per lo svolgimento del referendum, oltre a una presentazione pubblica dei progetti di massima per le due location in lizza. Ma sembra che la questione non sia improvvisamente più una priorità».

Le preoccupazioni

«Siamo seriamente preoccupati per il futuro del mercato», prosegue Circosta. «Fin dall’inizio sono emerse criticità dovute al mancato coinvolgimento delle categorie interessate e alla totale mancanza di pianificazione dello spostamento». E aggiunge: «Dopo 8 mesi sembra che le cose non siano migliorate. Se l’amministrazione ha scelto di imboccare la via del referendum che lo faccia fino in fondo, dando però la certezza delle date. Non si può lasciare nell’indefinito, nel dubbio, nella provvisorietà, un pezzo importante della storia, della genetica e del nome stesso di Sesto. Il mercato non è fatto solo di commercio, ma è fatto soprattutto di persone, ragione per il quale l’amministrazione ha il dovere di agire. E deve farlo in fretta, non possiamo lasciar passare altro tempo, il danno potrebbe divenire irreversibile e coincidere con la perdita del mercato».

«Diamo voce alle categorie interessate»

In queste due settimane Sesto 2030 ha concluso di raccogliere le risposte al questionario posto alle attività commerciali del centro e agli ambulanti. «Nei prossimi giorni – spiegano – renderemo pubblici i risultati e spiegheremo, attraverso i nostri canali social, quali sono gli elementi più interessanti che sono sorti dalla nostra indagine. Per noi è stato importante poter dare voce alle categorie, che più di altre, hanno un impatto diretto dalla ubicazione definitiva del mercato. Stiamo studiando anche qualcosa per intercettare il parere dei residenti del centro». Con l’auspicio che la giunta Buzzi «colga almeno il nostro invito a informare e dare elementi concreti a tutti i cittadini, prima di aprire ufficialmente la consultazione. Qualsiasi decisione in merito deve essere presa sapendo che il mercato è la testimonianza del passato di Sesto, della memoria del suo sviluppo attraverso i secoli. Concludono confermando l’impegno che si possa «trovare una soluzione definitiva, che dovrà conciliare la sicurezza del luogo con gli interessi umani e commerciali che sono intrinseci al mercato stesso. Mettere a rischio un pezzo tanto importante della storia della nostra città significa costruire un futuro incerto: è questo che vogliamo per Sesto?».

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