«Nonna aiutami ho il Covid, sono gravissima». Truffa da 10mila euro a Sesto

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SESTO CALENDE – «Nonna aiutami, sono gravissima. Aiutami, servono i soldi per due iniezioni altrimenti muoio». Inizia così, con una telefonata straziante fatta da una finta nipote a una nonna vera, con il respiro affannoso per simulare un caso severo di Covid, una truffa da oltre 10mila euro. Una tempesta perfetta creata ad arte da sciacalli senza scrupoli e senza decenza che in questo caso sono stati anche fortunati.

Non aiutami sono gravissima

«Di fatto – racconta il figlio della vittima, una pensionata sestese di 83 anni – C’è una nipote che studia in un’altra regione risultata positiva al Covid. Del risultato positivo del tampone mia madre era naturalmente stata messa al corrente. La nipote, fortunatamente, sta bene e non ha necessità di cure ospedaliere ma è evidente che a fronte di una telefonata del genere il pensiero di mia madre è immediatamente corso a quella particolare situazione». Così come sarebbe accaduto a chiunque altro. Il figlio della 83enne ha voluto segnalare quanto accaduto domenica 6 dicembre per mettere tutti in guardia: «Questi delinquenti non guardano in faccia a nessuno. Il Covid ha fornito loro una nuova tecnica per raggirare le persone: fanno leva sulla paura e sull’amore che la vittima ha nei confronti della propria famiglia». Sempre domenica scorsa, e sempre a Sesto, i malviventi, probabilmente un’unica banda ben organizzata, hanno tentato lo stesso colpo ai danni di un’altra anziana: la donna, però, aveva parlato con il figlio poche ore prima e non è caduta nel tranello.

Contanti e gioielli per 10mila euro

Quello che fa impressione è l’organizzazione perfetta di questi delinquenti. Lavorano “a strascico”: chiamano un numero fisso dopo l’altro (così hanno già anche l’indirizzo) sino a quando non trovano il gancio giusto per far presa su una vittima. «Hanno programmato tutto – racconta il figlio della 83enne – A mia madre è stato detto di non riattaccare, per ricevere tutte le istruzioni del caso, evitando così che lei potesse contattarci. Le è stato detto che tutti noi eravamo già in ospedale dove non era consentito portare il cellulare. Hanno insistito tantissimo per capire cosa, o meglio quanto, mia madre avesse in casa». Gioielli, che erano i ricordi di una vita comprese le fedi nuziali del marito e del suocero, e la pensione appena ritirata. Sono arrivati a chiedere all’anziana, comprensibilmente in preda all’ansia e alla paura per le sorti della nipote, di pesare i preziosi così da avere una stima del bottino. La donna, che ha difficoltà a camminare, ha preso una scala, ha recuperato tutti i gioielli che aveva in casa, poi è scesa sino al cancello, con il rischio di cadere e ha consegnato tutto alla presunta amica della nipote. «Mia madre ha agito spinta dall’amore per la propria famiglia (come avrebbe fatto qualunque persona per bene) – racconto il figlio – Al cancello ha trovato ad attenderla una donna italiana, di corporatura robusta e con una cuffia invernale in testa, che ha preso tutto “in consegna” dicendole che quello era soltanto un deposito: che tutto le sarebbe stato restituito non appena noi avessimo pagato il conto. La scusa usata era che, essendo domenica, non avremmo potuto fare un prelievo tanto cospicuo». Ore dopo l’anziana si è resa conto dell’accaduto. I truffatori sono stati abilissimi: la donna sa perfettamente di non dover aprire a nessuno, di non dover fare entrare sconosciuti in casa. Ma di fronte alla paura per la nipote i malviventi hanno purtroppo avuto gioco.

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