Una lezione al parco: la protesta degli studenti di Sesto contro la Dad

sesto calende parco europa

SESTO CALENDE – Una mattinata di Dad all’aperto è prevista domani, 7 aprile, al parco Europa di Sant’Anna, frazione di Sesto Calende. Questa l’iniziativa organizzata da un gruppo di ragazzi, insieme ai genitori e con il supporto dei comitati “Scuola in presenza” e “Pas Varese e Provincia”, per «dar voce ai disagi e alle problematiche degli studenti a cui viene impedito il rientro in classe», si legge in una nota diffusadagli organizzatori.
Da questa mattina infatti, hanno riaperto gli asili nido, le scuole dell’infanzia, le primarie e secondarie di primo grado, ma soltanto fino alla prima media. I disagi della didattica a distanza e le sue conseguenze, che ricadono direttamente sulla salute dei più giovani, restano dunque temi molto attuali, al centro di una polemica diffusa che coinvolge i ragazzi in prima persona. Ma anche le loro famiglie.

I disagi della Dad

Sesto è solo l’ultima città del territorio – e non solo – che vede studenti e genitori alzare la voce contro la situazione attuale. Infatti, «nonostante dalle statistiche e dagli studi pubblicati le scuole risultino sicure, si continua a scegliere la Dad alle lezioni in presenza per coloro che hanno dai 12 anni in su». Sì, perché sono ormai in molti che faticano a considerare la Dad una scuola effettiva. E anzi, «per tutta una serie di limiti, può invece essere uno strumento utile per rivedere alcuni argomenti trattati. Ed essere utilizzata per le medio o lunghe assenze».
Piuttosto, «secondo gli esperti», pare ci siano diverse conseguenze di questo periodo di isolamento obbligato nei ragazzi dai 12 ai 19 anni. E alcuni allarmanti. Come «disturbi alimentari, apatia, perdita del sonno, isolamento, depressione, dipendenza dall’eccessivo uso di schermi e tentativi di suicidio». Ma anche «abbandono degli studi, netto calo del rendimento scolastico generale, atti di autolesionismo, scatti di rabbia improvvisi, aggressività e anedonia». E solo per citarne qualcuno.

L’ultima a chiudere, la prima ad aprire

Ciò che non cambia è l’idea che la scuola sia un’attività «essenziale». Motivo per cui «deve restare aperta». Anzi, in quest’ottica «dovrebbe essere tutto il resto a predisporre le scelte ideali per consentire che rimanga aperta».
Nell’ipotesi in cui i ragazzi debbano utilizzare i mezzi pubblici per raggiungere la scuola, l’idea sarebbe di «predisporre l’aumento delle frequenze o consentire ingressi scaglionati». Infatti, «se la scuola è davvero una priorità ed è la base per una società sana, dovrebbero essere messe in pratica tutte le soluzioni possibili affinché sia l’ultima cosa a chiudere e la prima a riaprire».

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