Sesto, il referendum sul mercato è un fiasco. Niente quorum: sceglierà la giunta

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SESTO CALENDE – Il quorum non è stato raggiunto. Poco sorprende, visto il trend degli ultimi giorni. Alla consultazione pubblica per stabilire dove posizionare il mercato di Sesto Calende, ha votato il solo il 15,39%. Troppo lontano dal quel 30% fissato come soglia minima per poter dire che, alla fine, sono stati i cittadini a decidere se riportare le bancarelle in centro o lasciarle in via Lombardia. Il dato c’è, in realtà. Ed è politico. Col referendum, l’amministrazione comunale aveva delegato la decisione ai sestesi. Di contro, disertando le urne, i cittadini hanno passato nuovamente la palla alla squadra del sindaco Giovanni Buzzi. Che ora dovrà assumersi la responsabilità di prendere una posizione a nome di tutti.

Numeri e responsabilità

Secondo i dati ufficiali diffusi dal Comune, degli 8865 aventi diritto al voto – inclusi i sedicenni – hanno espresso la loro opinione in 1364. Lo spoglio è avvenuto questa mattina, 21 ottobre. E quello che emerge è come la tradizione del centro abbia convinto la stragrande maggioranza di chi ha partecipato alla consultazione. In numeri: 1123 schede, che equivalgono all’82,33% dei votanti, premono per un ritorno al nucleo antico. Soltanto in 219 (il 16,05%) ha invece scelto la zona del campo sportivo. Sono 22 quelle bianche e nulle, ovvero l’1,62%. Naturalmente senza quorum è una decisione che non può avere un indirizzo amministrativo. L’amministrazione comunale ora dovrà dunque prendersi la responsabilità di scegliere. E se gli ultimi due anni di discussione non hanno mai portato a rendere note le intenzioni della Lega delle Libertà, è evidente che una parte della maggioranza oggi sia propensa a individuare via Lombardia come soluzione finale. Ma sarà una delibera di giunta a sciogliere ogni dubbio.

«Personale dispiacere»

Nel frattempo, arrivano le prime reazioni dal mondo della politica. Il primo cittadino non nega il suo «personale dispiacere» di fronte al mancato raggiungimento del quorum. Anche perché «sarebbe stato molto più semplice: ora c’è ancora incertezza, decideremo in maggioranza e poi passerà di nuovo in consiglio comunale». Vero è che «l’esito sui conteggi di chi ha votato è evidente». Nel senso che l’ago della bilancia, nonostante tutto, tende verso il mercato del centro. «Seguiremo i passaggi necessari ai sensi del regolamento e delle responsabilità da prendere. Faremo comunque altre consultazioni in futuro, crediamo che la parola dei cittadini sia importante». Ecco perché «questa ci è sembrata la strada migliore da percorrere».

La voce delle minoranze

Dal fronte della minoranza, subito frecciate. Così Insieme per Sesto: «Con questo risultato e con quello dei negozi del centro e dei mercatari, sarebbe clamoroso e arrogante non tenere conto di una chiara richiesta di riportare il mercato in centro». E ancora: «Anche perché l’attuale situazione non garantisce la sicurezza e i servizi necessari. Oltretutto, è illegittima: l’emergenza Covid che aveva motivato lo spostamento in via Lombardia è finita il 31 marzo. E non c’è alcun atto che giustifica questa situazione, che penalizza gli operatori».
Per Sesto 2030 «questo risultato, nonostante non sia vincolante, è sicuramente un’indicazione importante che l’amministrazione non può non tenere in considerazione nella scelta finale che dovrà prendere. Noi abbiamo preso una posizione chiara: siamo favorevoli al ritorno del mercato in centro. Decisione frutto di un lavoro di ascolto, indagine, analisi e confronto durato due anni». Questo ribadendo che «la scelta del referendum non è stata delle più corrette. Perché il mercato non è solo dei sestesi, ma di tutti coloro che lo frequentano e soprattutto chi di mercato vive». E ancora: «L’amministrazione dovrebbe prendere una posizione e spiegare ai sestesi qual è la propria visione del futuro, cosicché i cittadini possano capire il motivo delle scelte».

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