Sgominata banda di spacciatori a Lonate Pozzolo dalla Polizia locale di Castano

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CASTANO PRIMO – Uno spacciatore è stato arrestato e un altro è ricercato in seguito a un’operazione condotta dalla Polizia locale di Castano Primo con il supporto della Polizia di Stato del commissariato di Busto Arsizio. Il blitz è avvenuto questa mattina, venerdì 29 aprile, sulla base delle indagini svolte dal Comando Intercomunale di Polizia locale di Castano Primo e Nosate, diretto da Massimo Masetti, e coordinate dalla Procura di Busto. Il Gip presso il Tribunale ha emesso un ordine di custodia cautelare in carcere per due persone, gravemente indiziate dei reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Un arresto, sequestrati soldi e droga

Alle prime ore di oggi gli agenti hanno tratto in arresto E.M.R., 39 anni, un pluripregiudicato abitante a Lonate Pozzolo e da anni dedito allo spaccio di stupefacenti; l’uomo è ora detenuto nel carcere di Busto Arsizio. Nello stesso tempo sono state effettuate perquisizioni e controlli a Bienate di Magnago dove, in un’abitazione, sono stati trovati stupefacenti, denaro contante e bilancini di precisione (nella foto in alto). L’uomo lì domiciliato è stato indagato a piede libero per detenzione ai fini di spaccio. In un altro immobile ancora è stata trovata in possesso di una modica quantità di hashish un’altra persona.

Tantissimi clienti. Anche consegne a domicilio

L’attività d’indagine trae origini dall’arresto avvenuto nei mesi scorsi a Castano Primo di una complice del gruppo che, intercettata da una pattuglia della Polizia locale, era stata trovata in possesso di oltre 60 dosi di stupefacenti, prevalentemente cocaina e hashish. In quella circostanza uno degli odierni destinatari di misura cautelare, attualmente irreperibile, era riuscito a fuggire, ma le successive indagini hanno portato a identificare un sodalizio criminale dedito da molti anni allo spaccio di droga nell’Alto Milanese e in alcuni comuni della provincia di Varese. Attività di indagine e altri riscontri hanno permesso di individuare le zone dove avvenivano le cessioni di stupefacenti, le modalità, i telefoni cellulari, i veicoli e gli immobili utilizzati dall’organizzazione per gestire lo spaccio.

I membri della banda adottavano sempre lo stesso modus operandi, ben collaudato, opponendo quella che viene definita “resistenza attiva”, ovvero la fuga, quando venivano intercettati dalle forze di polizia. Potendo contare su una notevole mole di clienti di ogni età ed estrazione sociale, si erano radicati sul territorio fino a effettuare consegne a domicilio. L’attività di polizia giudiziaria ha portato sia all’emissione della misura cautelare in carcere nei confronti dei due soggetti citati, sia a identificare numerosi assuntori, clienti sistematici dei vari pusher della zona, per i quali sono ora al vaglio le relative posizioni.

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