L’avvocato dei Sinti: «Violenze da condannare, ma ora c’è un’apertura». Lega furibonda

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Il Comune di Gallarate presidiato dalle forze dell'ordine

GALLARATE – Sinti, dal Comune arriva un segnale di apertura: «Dal 3 gennaio – ha spiegato l’avvocato Pietro Romano, che rappresenta le 23 famiglie sgomberate lo scorso 27 novembre dal campo di via Lazzaretto – I Servizi Sociali inizieranno uno screening incontrando famiglia per famiglia per valutare ogni singolo caso a partire, ovviamente, dai nuclei famigliari con minori. Mi sembra una bella apertura». Non è una soluzione, ma è di certo un primo passo in una direzione nuova.

Dal 3 gennaio screening famiglia per famiglia

Alle 14 di oggi, lunedì 31 dicembre, il funzionario responsabile dei Servizi Sociali del Comune di Gallarate è arrivato in piazza Libertà dove, davanti a Palazzo Borghi, dalle 11 di questa mattina si erano riuniti i Sinti appena usciti dal Grand Hotel di Somma così come sancito dalla sentenza di primo grado emessa dal tribunale ordinario di Busto Arsizio. Presenti anche alcuni rappresentati della Rete delle Associazioni Gallaratesi che aveva promosso un presidio per sensibilizzare il sindaco Andrea Cassani su un fatto inconfutabile: »Da oggi queste famiglie, questi bambini, non hanno più una casa dove andare. Sono al gelo, per strada». Una manifestazione che avrebbe dovuto essere pacifica ma che invece si è trasformata in un assalto al Comune con i Sinti, e alcuni ragazzi del Telos, motivati a entrare a forza in municipio in cerca di Cassani. La piazza è montata per qualche minuto, con minacce, anche pesanti, all’indirizzo di Cassani e della sua famiglia («Sappiamo dove abiti, sappiamo dove trovare i tuoi figli», è stata una delle frasi più “tenere” rivolte al primo cittadino), lo sfondamento di parte della porta a vetri dell’ingresso al palazzo comunale e il lancio di alcune bottiglie di birra contro l’edificio. Il clamore è stato spento immediatamente dall’intervento delle forze di polizia: poliziotti,  carabinieri e vigili urbani hanno contenuto i più esagitati, riportando rapidamente la piazza all’ordine senza che nessuno si facesse male.

«Resta il fatto che 38 bambini dormiranno al gelo»

Riportata una calma nervosa in piazza Romano, che ha condannato l’accaduto («Lo considero inaccettabile e dannoso. Si combatte in tribunale, seguendo la legge, non facendo queste cose»), ha incontrato il funzionario comunale insieme ai rappresentanti della comunità Sinti. E si è arrivati a una «Bella apertura – ha detto il legale – un primo passo. E del resto noi il 27 dicembre abbiamo protocollato tutta la documentazione necessaria a richiedere l’intervento dei servizi sociali. Ci sono 38 minori che questa notte dormiranno al gelo. Se a uno di questi bambini dovesse accadere qualcosa credo che la procura della Repubblica se ne interesserebbe: Comune, Provincia e Regione hanno la responsabilità di tutelarli. Serve la volontà politica di attivare i piano di inclusione. Tra l’altro ci sono cospicui finanziamenti europei a disposizione». Verso le 15 piazza Libertà si era svuotata completamente. Qualcuno tra i Sinti era pronto a dormire davanti al Comune, ma è stato dissuaso dal farlo. Saltata anche la provocazione lanciata da Romano di sostare con qualche camper e qualche roulotte, in modo pacifico, per qualche ora sotto la casa di Cassani: «Io questa mattina non ero presente durante i tafferugli – spiega Romano – Ma dopo quello che è successo nessuno si deve avvicinare all’abitazione del primo cittadino. La mia voleva essere una provocazione pacifica. Con queste premesse è impossibile».

Durissima condanna della Lega

I Sinti, di fatto, da questa notte sono in mezzo alla strada. Questa è la verità nuda e cruda. Chi ha una roulotte o un camper si è messo a disposizione per ospitare altre famiglie: senza avere riscaldamento né acqua. In molti in questi giorni hanno disperatamente cercato una casa senza esito. E dall’inizio della vicenda molti dei giovani Sinti che lavoravano regolarmente sono stati licenziati all’improvviso: «A chi è stato chiesto perchè – spiega Romano – E’ stato risposto “leggi i giornali”». La speranza è che il 3 gennaio possa aprire la strada a una soluzione.
Su quanto accaduto questa mattina, intanto, sono arrivati i primo commenti. Silenti le opposizioni gallaratesi, mentre Cinzia Colombo, ex assessore di centro sinistra in Comune a Gallarate e rappresentante della Rete delle Associazioni Gallaratesi ha detto: «Sottolineo che queste persone sono esasperate e hanno subito un’ingiustizia. Inoltre sono state sbeffeggiate per settimane dal sindaco Cassani. La loro reazione è sbagliata ma è comprensibile. Non si agisce così, ma non si dovrebbe essere nemmeno privati ingiustamente della propria casa».
Durissimo l’intervento del segretario nazionale della Lega Paolo Grimoldi: «Totale solidarietà e vicinanza al sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, bersaglio di insulti e minacce, rivolte anche alla sua famiglia, da un gruppo di facinorosi Sinti che pretendono di avere diritti e privilegi chiedendoli con la forza e con la violenza. Quanto accaduto oggi è inaccettabile dove una cinquantina di Sinti hanno cercato di irrompere nel palazzo comunale rompendo vetri, lanciando alcune bottiglie di birra che avevano in mano. Questa gente pretende alloggi popolari? Siamo con il sindaco Cassani che andrà avanti nella sua battaglia di buon senso per far rispettare la legalità nel suo territorio».
Stefano Deligios, consigliere comunale e esponente del direttivo gallaratese della Lega rincara: «Quanto accaduto oggi si commenta da solo. Ciò che ho trovato più assurdo è vedere Cinzia Colombo, ex assessore del Comune di Gallarate, in prima fila oggi. Mi aspetto che condanni l’accaduto e lo condanni in modo deciso. Anche se forse è aspettarsi troppo da Sinistra, Anarchia e Libertà».
Gli inquirenti intanto stanno visionando i filmati registrati durante l’assalto al municipio per identificare i responsabili che rischiano una denuncia per danneggiamento e minacce.

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