Sondaggi, confusione politica e fuga dalle urne

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di Gian Franco Bottini

Dicevamo pochi giorni fa di come si avesse l’impressione che il “convitato di pietra”, ai tavoli decisionali dei partiti, fossero “i sondaggi”, sostituti tecnologici dei “tarocchi”, che la vulgata asseriva essere i più diffusi consiglieri dei politici  della prima repubblica. Se le due cose siano vere non lo sapremo mai, ma vero è che 48 ore dopo la caduta di Draghi  è sbucato il primo sondaggio, che ha avallato il mare di contraddizioni nel quale i leader di oggi stanno affannosamente annaspando alla ricerca di salvagenti per la paura di fare una gran “bevuta” .

Leggendo quei sondaggi si conferma infatti la confusione mentale che in questi giorni impera a tutti i livelli e maggiormente nella gente, che si è vista chiamata in causa in un momento inaspettato e, diciamolo pure, indesiderato.

Il campione di persone interpellato dal sondaggio ha segnalato Draghi come il personaggio politico abbondantemente più degno di fiducia (oltre a  Mattarella) , relegando a notevole distanza tutti gli altri leader che presumibilmente si candideranno a sostituirlo. Le stesse persone, interpellate poi, per il 60%, hanno dato un giudizio positivo per il governo Draghi e contemporaneamente hanno dato una preferenza elettorale proprio a chi si è preso la maggior responsabilità di “pensionare” lo stesso (parliamo del  centrodestra naturalmente). Una contraddizione, che probabilmente vorrà dire :”forse ti voterò ancora ,ma tu hai fatto una gran caz…..ta nel far cadere il governo!”

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Gian Franco Bottini

E tanto per parlare di stranezze, tutte italiche, Draghi ora appare attivissimo e molto sereno, nel portare avanti un governo e i suoi decreti; un governo, e qui sta la stranezza, pieno di ministri appartenenti ai partiti che l’hanno scalzato o, addirittura, con ministri che oramai contano per se stessi, avendo abiurato il partito di provenienza , che se li dovesse invitare a dimettersi probabilmente riceverebbe un divertito “pippirimerlo”. (Gelmini, Brunetta, Carfagna, De Maio e ,sotto sotto, forse qualcun altro di area leghista)

Intendiamoci, nell’interesse comune la situazione va bene così , ma la stranezza resta; al punto che pare (sarà sicuramente una fake news!) che persino le amicizie russe di Salvini gli abbiano chiesto quando intendesse ritirare dal governo i suoi ministri, creandogli sicuramente un grande imbarazzo perché lui, come altri, pare aver assunto verso il governo Draghi un atteggiamento quieto,  da” bravi bambini “, lo stesso  che avevamo noi verso i genitori dopo aver fatto qualche marachella.

C’è da considerare inoltre che i nostri leaders oggi sono tutti impegnati a capire come salvarsi il posto e che per le cose che riguardano la nostra vita quotidiana non hanno proprio tempo da dedicare; ben venga quindi che qualcuno se ne occupi, lasciando fare a Draghi “che è il migliore e che abbiamo sempre avuto tanta fiducia e stima in lui!”

Negli anni ante-pandemia l’estate era un periodo di scarico e leggerezza, quando anche i media si dedicavano preferibilmente agli amorazzi estivi dei vip e al gossip da spiaggia; purtroppo di questi tempi l’aria è più pesante e neanche le vicende del Pupone e della sua signora riescono ad appassionare. Stanno invece prendendo il sopravvento le evoluzioni mediatiche dei vip politici.

La Meloni sta già preparandosi i “tailleurini” da “premiera”; Salvini, gli manca di vestirsi da chierichetto per farsi fotografare con rosari in mano e Madonne sullo sfondo; Letta, dopo che gli  hanno detto di stare tranquillo, oggi pare sotto sedativi; Berlusconi è tutto preso a dimostrare che è diventato una persona seria, che ha messo su famiglia; Renzi è ricercatissimo dalle televisioni per recitare il ruolo di “Sapientino”; Calenda invece non riesce a scordare che “primo della classe” lo era, forse, alle scuole elementari dei Parioli; Conte, invece, ha l’aria triste di chi alle feste è destinato a cambiare i dischi.

La conferma della confusione mentale collettiva la troviamo anche  nei discorsi da marciapiede dove, sinteticamente, la domanda che la gente si scambia verte  su “ma tu per chi andrai a votare?” seguita   spesso da un pilatesco “questa volta mi hanno stufato tutti e  a votare non ci vado proprio”. Comprensibile lo sconcerto (qualcuno lo chiama addirittura disgusto), ma quest’ultima sarebbe la scelta più scellerata che si potrebbe fare . Non possiamo ignorare  che il momento è particolarmente grave e delicato e che il voto è l’unica occasione nella quale, al di là delle chiacchiere e dei mugugni,  possiamo veramente fare qualcosa di personalmente concreto e responsabile. Le scelte che verranno fatte da chi va a votare avranno delle  ricadute, buone o cattive che siano, anche su chi ha votare non ci è andato. In fondo questa Italia è la nostra, non lasciamola sola!

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