Sport di base in rivolta contro lo stop di Regione Lombardia: «Così ci uccidete»

VARESE – «Vergognatevi. Ci uccidete più voi del Covid». La frase comparsa sulla vetrina di un negozio di articoli sportivi di Varese è la rappresentazione più emblematica della rabbia e della delusione che ha pervaso tutto il mondo dello sport di base dopo l’ordinanza di Regione Lombardia che imposto lo stop non solo alle competizioni, ma anche agli allenamenti, di tutti gli “sport di contatto”, a livello dilettantistico e giovanile, fino al 6 novembre. Subito sui social è esplosa la protesta: allenatori, dirigenti, genitori, istruttori, tutti uniti nel rivendicare l’importanza dell’attività sportiva per i ragazzi e nel chiedere di rivedere la decisione presa dal governo regionale.

La rabbia e l’orgoglio

«Sono molto arrabbiato» scrive su Facebook Gianni Chiapparo, general manager della Pallacanestro Varese nell’anno dello Scudetto della Stella, ma da sempre allenatore e istruttore di basket. «L’attività fisica aiuta lo sviluppo psico fisico, irrobustisce, quindi anche il sistema immunitario ne beneficia. Noi fermiamo tutto questo. Fermiamo le esperienze che attraverso il gioco i più piccoli acquisiscono, togliamo loro la gioia della scoperta, il sorriso. Siamo sicuri di fare loro del bene? Siamo sicuri che li stiamo aiutando a crescere? Loro comunque troveranno le soluzioni che gli adulti non vedono!»

La delusione del “Caccia”

Anche Marco Caccianiga, volto notissimo dello sport di base in provincia di Varese, già assessore allo sport nella Città Giardino e referente provinciale del Coni, boccia senza appello lo stop all’attività sportiva giovanile e dilettantistica, definendolo «un errore madornale» a cui porre rimedio. «Ho dormito malissimo. Perché, questa volta, non si può accettare. Non in questa forma – ha scritto questa mattina, 17 ottobre, in un post su Facebook all’indomani dell’ordinanza firmata dal governatore Fontana – ieri pensavo ai miei piccoli calciatori. Oggi alle mie alunne ed alunni adolescenti, molti dei quali impegnati in attività sportiva. Privarli dell’impegno educativo e gratificante dell’allenamento, significa cementare frustrazione ed ansia, significa abbattere un pilastro del percorso didattico verso una persona migliore. Senza sport perdono energia e sorriso. Senza Sport, PERDONO».

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