Stefano Oldani: “Con la Alpecin Fenix voglio crescere ancora. E al Giro d’Italia…”

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Stefano Oldani, 24 anni festeggiati lunedì 10 gennaio, due stagioni alla Lotto Soudal, da quest’anno è in forza alla Alpecin Fenix di Mathieu Van Der Poel: «Ho incontrato VDP nel raduno di dicembre in Spagna. Un ragazzo tranquillo, alla mano, di quelli normali nonostante in sella sia un fenomeno. Mi ha fatto una buona impressione, mi sono trovato davvero bene e sarà così anche in corsa, ne sono certo».

La Alpecin Fenix per il 2022 sarà ancora più forte?
«Si è rafforzata con diversi corridori di valore come Stannard, Gogl e Mareczko che sono certo faranno bene».

Ma ci sei anche tu…
«Mi hanno cercato loro e mi ha fatto molto piacere. Significa che qualcosa valgo anch’io e cercherò di ripagare la fiducia impegnandosi al massimo, correndo per il bene della squadra senza trascurare quelle occasioni in cui ci sarà l’opportunità di mettersi  in mostra».

Continuare a fare meglio, mettendo a frutto l’esperienza di due stagioni alla Lotto Soudal è la priorità di Oldani che ha voltato pagina: nuova stagione, nuovo team, nuove ambizioni.
«Devo tornare a vincere come facevo nelle categorie minori. Personalmente sono soddisfatto dei due anni trascorsi con la Lotto Soudal nei quali ho imparato molto da gente come Gilbert, Degenkolb, Ewan e altri campioni. Ho disputato due Giri d’Italia e non è male per un giovane che soltanto due anni fa ha messo piede per la prima volta nel World Tour. Con la squadra ho svolto lavori importanti in grandi classiche come la Milano Sanremo e l’Amstel Gold Race, cercando sempre di finalizzare al meglio. Cercavo un salto di qualità e l’ho trovato nel team belga, un gruppo che lavora davvero bene per la crescita dei giovani. Ora spero di crescere ancora e togliermi tante altre soddisfazioni con la Alpecin Fenix».

Stai preparando la nuova stagione a Benicassin nei pressi di Valencia, in Spagna dove sei in ritiro collegiale con i nuovi compagni di squadra. Che obiettivi ti sei posto per il 2022?
«Come ho già detto, tornare a vincere. Ma il vero sogno si chiama Giro d’Italia, che sicuramente correrò con la mia nuova squadra. Sento di poter fare qualcosa di bello, ci sono alcune tappe adatte alle mie caratteristiche e ci sto già lavorando. Voglio migliorare in salita e un altro dei miei obiettivi sarà quello di perdere peso. Il Giro è una corsa che sento nelle mie corde e, se ne avrò la possibilita, proverò a giocare al meglio le chance che mi saranno date, senza naturalmente trascurare gli ordini di squadra».

Lo scorso anno qualche buon risultato lo hai ottenuto, anche se ti è sfuggita due volte la vittoria in Spagna e in Polonia.
«In effetti i piazzamenti alla Vuelta Castilla Y Leon e soprattutto al Giro di Polonia mi sono rimasti qui… Ci tenevo un sacco a vincere, ma in entrambe le situazioni ho trovato qualcuno più bravo di me. Comunque sono salito due volte sul podio e il terzo posto al Giro di Polonia (quinta tappa, ndr) lo considero di valore essendo una corsa del World Tour. Poi sono caduto nella gara di Plouay procurandomi un buco sul braccio destro all’altezza del gomito a cui ha fatto seguito anche un virus intestinale e la mia stagione si è praticamente chiusa lì. Ma mi ritengo soddifsatto, più di 70 giorni di corse non sono pochi e alla fine il fisico ha chiesto il conto».

Varesino di nascita (Busto Arsizio), classe 1998, diplomato grafico pubblicitario, fin dalle categorie giovanili ha dimostrato di avere potenza e talento. Tra gli juniores è stato campione italiano a cronometro, tra gli under 23 due volte tricolore nella prova contro il tempo a squadre. In pista ha conquistato il titolo nella Madison (allievi 2014) e nell’Inseguimento a squadre (juniores 2015). Tra i professionisti non si è ancora sbloccato, ma ha già dimostrato di potersi inserire nella lotta per la vittoria. E’ fidanzato con Lavinia, che lavora nel mondo della moda a Como. I due andranno a vivere in Svizzera, a Chiasso nel Cantone Ticino, nel distretto di Mendrisio dove risiedono e si allenano anche altri professionisti come Davide Ballerini, Giacomo Nizzolo, Alberto Dainese, Dario Cataldo e Alberto Bettiol.

Come ti stai trovando nella nuova squadra?
«Benissimo. E’ un ambiente professionale che non ha nulla da invidiare a un team del World Tour. Tengono molto a fare gruppo, senza troppa pressione e lavorano con metodologie che sono all’avanguardia del ciclismo moderno. Dal punto di vista tecnico, ma anche umano, sono molto competenti in tutto».

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