Sumirago, 83enne maltrattato, drogato e derubato: 3 arresti per circonvenzione

carabinieri gallarate

SUMIRAGO – Nelle prime ore della mattina di oggi, sabato 7 agosto, i carabinieri della compagnia di Gallarate, guidati dal capitano Matteo Russo, a Varese e Arese, hanno dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti di due italiani, padre e figlio, rispettivamente di 68 e 48 anni, conosciuti alle forze dell’ordine, e di una donna di origine brasiliana (regolare in Italia) di 34 anni, moglie del 48enne, incensurata.

La vittima è un sumiraghese di 83 anni

La misura restrittiva – emessa all’esito di un’articolata indagine, condotta dai carabinieri dai militari gallaratesi e coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Busto Arsizio Flavia Salvatore – nasce da una notizia di reato di circonvenzione di incapace ai danni di un anziano di 83 anni residente a Sumirago che, nel 2018, era stato avvicinato da un gruppo di persone capeggiato dai tre arrestati.

Conti prosciugati via case e terreni

Nel giro di poco meno di un anno, questi erano riusciti a depauperare la vittima di tutto il patrimonio mobiliare ed immobiliare, prosciugandogli i conti correnti bancari (oltre 25mila euro) e provando a vendere, a sua insaputa, le case ed i terreni di proprietà, situati a Sumirago.

Maltrattato e droga per derubarlo

A seguito della morte dell’uomo, avvenuta nel mese di giugno 2019, e di una segnalazione dell’amministratore di sostegno nel frattempo nominato dal giudice tutelare, sono partite le attività di indagine dalle quali è emerso che i tre indagati erano riusciti ad insediarsi stabilmente nell’abitazione dell’anziano, con la scusa di accudirlo ma, di fatto, maltrattandolo, somministrandogli farmaci sedativi al fine di fargli perdere le capacità cognitive, impossessandosi di carte di credito e documenti, adibendo, infine, il suo appartamento a vera e propria agenzia immobiliare.

Mobili e ricordi venduti nei mercatini

Nel frattempo, rivolgendosi a mercatini dell’usato di Gallarate, hanno venduto tutti gli arredi presenti nelle case (tra cui anche un antico juke box di valore) e, con atto notarile, tramite anche la produzione di documenti falsi, hanno venduto fittiziamente l’abitazione principale della vittima alla donna brasiliana che l’ha poi a sua volta alienata ad un ignaro acquirente, al prezzo di oltre 60mila euro.

Mutui e truffe immobiliari

Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno anche scoperto che gli arrestati avevano tentato, ed in alcuni casi portato a termine (riuscendo a sottrarre oltre 50mila euro), una serie di truffe immobiliari ai danni di vari istituti di credito, per impossessarsi in modo illecito delle somme erogate a titolo di mutuo.

In sostanza, falsificando documentazione bancaria, reddituale e di identità, hanno provato a vendere immobili di comodo, tra cui anche quelli della vittima, a compiacenti prestanome, intascandosi poi le somme del mutuo erogato dalla banca truffata.

Due in carcere, la donna ai domiciliari

In un caso, un notaio della zona si era addirittura accorto che, all’atto del rogito, l’acquirente si era presentato in studio con un documento di identità falso e lo aveva fatto arrestare in flagranza dalle forze di polizia.

La donna brasiliana è stata sottoposta alla misura degli arresti domiciliari per il reato di circonvenzione di incapace e per l’indebito utilizzo di carte di pagamento; i due italiani sono stati invece fermati e portati nelle carceri di San Vittore e Varese per i reati di circonvenzione di incapace e per i falsi ideologici compiuti in occasione delle truffe tentate e consumate ai danni delle banche e dei notai.

All’esito delle operazioni di esecuzione, i militari hanno inoltre dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Tribunale di Busto Arsizio, relativo all’immobile utilizzato per effettuare alcune truffe immobiliari, situato nel comune di Inarzo.

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