Enrico Tacchi candidato dei Popolari per l’Italia: «Nuova Costituzione per l’Europa»

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BUSTO ARSIZIO – Enrico Tacchi quando parla della sua candidatura alle Europee nelle fila dei Popolari per l’Italia lo dice chiaramente: «Il mio impegno in questa campagna elettorale ha un profondo significato politico». Non tanto legato al successo, ovvero a una eventuale elezione, quanto piuttosto ai valori che in cui il candidato bustocco crede profondamente e con altrettanta convinzione porta avanti. «Valori rispetto ai quali il Partito popolare per l’Italia si è espresso, più di tutti, in maniera chiara – dice Enrico Tacchi – e nei quali mi ritrovo. Ovvero la lista alla quale appartengo si ispira alla dottrina sociale della chiesa, alla difesa della vita, della famiglia, delle libertà e della sussidiarietà. Concetti che anche molti altri partiti che fanno riferimento al Ppe dicono di portare avanti. A parole. Poiché nell’atto politico pratico poi, in tal senso, non danno alcun segnale».

Insomma Tacchi ha trovato nei Popolari per l’Italia quella casa politica che da tempo cercava e «nella quale mi ritrovo». E la sua candidatura ha quale obiettivo quello di «dare un messaggio a quell’elettorato che oggi non si reca a votare poiché si sente privo di punto di riferimento. E credo che siano in tanti».

Ed a questo elettorato che Tacchi, laureato in Scienze politiche e Architettura e docente di  Sociologia alle università Statale e Cattolica di Milano, fa riferimento. Inserendo nel suo programma la difesa dei valori di matrice cattolica, ma anche una serie di punti di più stretta politica europea, che fanno riferimento all’euro-decalogo dei Popolari, democratici e cristiani insieme per l’Europa. Un documento che tocca molte temi e tra questi il superamento del Trattato di Lisbona, «al fine di redigere un nuova carta che dia vita agli Stati uniti europei, dotati di istituzioni federali. Credo che serva una nuova costituzione, la quale dovrebbe contemplare il diritto alla vita di ogni essere umano, dal concepimento fino al suo termine naturale». Oltre al riconoscimento costituzionale delle radici giudaico cristiane dell’Europa.

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