Legnano, Cozzi parla: «Nessuna nomina politica. Garantite le persone migliori»

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LEGNANO – Il vicesindaco Cozzi ha risposto alle domande del gip di Busto Arsizio. «Per noi – ha detto l‘avvocato Giacomo Cozzi, difensore del vicesindaco Maurizio Cozzi.– era importantissimo far capire ai magistrati il senso delle intercettazioni telefoniche, magari si parlava di una cosa di 10 giorni prima, quando le intercettazioni non erano ancora partite».  Le parole degli indagati vanno «contestualizzate» ha aggiunto il difensore. «Vogliamo emerga la verità e al mio assistito premeva spiegare cosa ha fatto e perché lo ha fatto», ha spiegato il legale, che ha proseguito «l’interpretazione giuridica di questi fatti la daranno i magistrati». Poi l’avvocato Cozzi ha proseguito dicendo «che non siano nomine pilotate lo sanno benissimo anche i magistrati», perché «Cozzi non ha agito per sé, né per parenti e amici, e non ha agito per il partito perchè queste non sono nomine politiche», ma si tratta di«interventi ai limiti delle procedure per garantire le persone migliori, questa è la verità dei fatti». La revoca della misura cautelare è stata chiesta dall’avvocato in virtù delle dimissioni presentate dal vicesindaco che, precisa Cozzi, «una volta formalizzate» non rappresentano più «possibilità di reiterazione del reato o inquinamento di prove».

La posizione del gip

Lo scenario ipotizzato dal gip Piera Bossi, è quello di una gestione da parte dei vertici comunali «improntata non tanto al soddisfacimento delle esigenze degli interessi pubblici quanto alla collocazione nei vari settori del Comune e delle municipalizzate di amici  e conoscenti, comunque persone ‘gradite’ o manovrabili». In questo contesto sarebbero state truccate in una manciata di mesi, dall’ottobre 2018 al marzo 2019, le procedure per la selezione del dirigente per lo sviluppo organizzativo del Comune; alla municipalizzata Amga di Legnano per scegliere il nuovo dirigente generale; alla partecipata Euro.Pa.Service per l’affidamento di un incarico professionale. «Gli indagati – ha spiegato il procuratore di Busto Arsizio Nadia Calcaterra – avviavano selezioni personali, agganciavano i loro candidati, sostenevano dei colloqui e alla fine facevano in modo che i bandi venissero turbati in modo tale da ottenere la nomina nonostante l’incompatibilita’ assoluta con l’incarico bandito».

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