Tassa di soggiorno a Sesto Calende, l’ira di Federalberghi. «Inutile e dannosa»

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SESTO CALENDE – «Un balzello inutile e dannoso». Il presidente di Federalberghi Varese Frederick Venturi si scaglia contro l’amministrazione comunale di Sesto Calende, l’ennesimo Comune della provincia a introdurre la tassa di soggiorno per i turisti che alloggiano nelle strutture alberghiere e nei numerosi b&b sorti in città.

Onestà intellettuale

frederick venturi federalberghi vareseDa quanto emerso durante l’ultima seduta del consiglio comunale, l’introduzione della tassa di soggiorno, il cui gettito stimato è di 75mila euro, darà la disponibilità all’ente di incrementare di 9mila euro le spese per il turismo. «Quindi la maggior spesa a fini turistici è di soli  9mila rispetto ai 75mila di gettito (il 12% del gettito complessivo)», tuona Venturi (nella foto a sinistra). «Considerando che per ogni albergo la gestione della tassa di soggiorno incide fino a 10mila euro annui si capisce quanto sia un balzello inutile e dannoso per il turismo. Le modalità di spesa rendono evidente che venga utilizzata soprattutto per coperture di bilancio mascherate». Secondo il presidente di Federalberghi, servirebbe da parte dell’amministrazione comunale maggiore onestà intellettuale: «Si vuole aiutare il turismo con 9mila euro? Non scherziamo. Dicano chiaramente che devono far quadrare i conti, avrebbero fatto più bella figura. Se avevano davvero bisogno di 9mila euro per aumentare l’attrattività di Sesto Calende sono certo che gli albergatori li avrebbero tirati fuori di tasca propria piuttosto che fare da esattori a una tassa che ha costi di gestione elevati. Per andare a chiedere un euro a ogni singola persona serve un enorme dispendio di tempo».

L’attacco di Federalberghi

Continua il rappresentante di categoria: «Non arriverà mai troppo presto il giorno in cui sindaci e consigli comunali la finiranno di credersi salvatori della Patria e di poter mettere mano allo sviluppo economico di un’area, migliorandola». Nel frattempo, sottolinea, la tassa inciderà non solo sui turisti veri e propri ma anche sui pernottamenti business, aumentando i costi di trasferta delle aziende. «Purtroppo non c’è modo di far capire alla politica che la tassa di soggiorno oltre ad essere controproducente è antipatica ed equivale ad accogliere le persone con un buffetto in faccia invece che con un sorriso o un abbraccio. Ma loro mettono a posto i conti e non rischiano nulla, tanto pagano solo gli altri».

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