A Sesto il bilancio delle nuove tasse e del New Deal. Opposizioni sulle barricate

SESTO CALENDE – Ancora muro contro muro in consiglio comunale: martedì sera, 18 febbraio, è stato finalmente presentato il bilancio 2020 dopo che era stato rimandato nell’ultima seduta dell’assemblea civica a fine gennaio. La “manovra finanziaria” del Comune di Sesto Calende, illustrata dal sindaco Giovanni Buzzi e dall’assessore Angela Menin, prevede tra l’altro 840mila euro di tasse in più all’anno, contando l’addizionale comunale Irpef portata all’aliquota massima dello 0,8% e il ritocco all’insù delle aliquote Imu. Tra le novità, l’introduzione dell’imposta di soggiorno, che consentirà di incassare 75mila euro, da utilizzare per iniziative nell’ambito della promozione del turismo e spese di arredo urbano, manutenzioni e segnaletica. Sono previste tariffe per i turisti differenziate in base alle diverse strutture ricettive: da 50 centesimi a 1 euro a notte per persona nei campeggi, da 1,50 (due stelle) a 3 euro (cinque stelle) negli alberghi, 1,50 euro per chi soggiorna in B&B (1 euro in caso di locazioni brevi).

New Deal e tassa tappabuchi

Il capogruppo di maggioranza Marco Colombo ha difeso la manovra, ribadendo il concetto di “new deal” per Sesto, in particolare per le periferie dopo aver investito sul centro. «Sappiamo di chiedere un sacrificio ai sestesi, a conti fatti di circa 20 euro». Ma inevitabile, per poter realizzare le opere di cui Sesto ha bisogno. Le opposizioni denunciano senza mezzi termini la «stangata» fiscale, tra l’Irpef e i «picchi di aumenti del 22% per l’IMU sulle attività commerciali. Negozi e botteghe, in base alle rendite catastali medie della Provincia, pagheranno in media 330 euro in più solo di tasse comunali, mentre studi e uffici 250 euro in più».

Le proposte di Insieme per Sesto

Se Roberto Caielli ha esternato l’impressione che la tassa di soggiorno «serva a far quadrare i conti nel bilancio», visto che «prima di gennaio non se ne era mai sentito parlare», con il suo gruppo Insieme per Sesto aveva predisposto un pacchetto di emendamenti per introdurre, tra l’altro, forme di gradualità («per i primi tre mesi dall’applicazione, l’imposta è dovuta in misura ridotta del 50% per tutte le tipologie previste»), di agevolazione per «famiglie, gruppi ed eventi» (imposta dimezzata in caso di famiglie di 5 o più componenti, gruppi organizzati di almeno 25 persone e in occasione di eventi cittadini) e di informazione su opere e servizi realizzati con i proventi dell’imposta. «Se la maggioranza li avesse accolti eravamo pronti a votare a favore, ma come al solito li hanno respinti, nemmeno presi in considerazione – commenta Roberto Caielli (IxS) – peccato perchè queste proposte rimediavano ad un errore ed evitavano il rischio di ricadute negative sulle nostre strutture ricettive».

La posizione di Sesto2030

«Sesto 2030 ha presentato diversi emendamenti e proposte concrete per cercare di migliorare il più possibile il bilancio proposto – sottolinea il gruppo rappresentato in aula da Fabio Bertinelli e Alessandra Malini – per reinvestire almeno una parte delle entrate su iniziative a vantaggio delle attività e dei servizi ai cittadini. Ma sono stati respinti senza motivazione». Ad esempio, si chiedevano più fondi per i servizi ausiliari all’istruzione, reperendo le risorse o da una piccolissima riduzione degli stipendi della giunta («circa 50 euro al mese – la proposta di Sesto2030 – un gesto simbolico visto che anche i cittadini si vedranno una riduzione in busta paga») oppure prendendoli dalle manutenzioni stradali dove sono stati allocati 220mila euro in più rispetto alla media degli ultimi anni. Ma anche «una stazione di bike sharing, un’app della città, la valorizzazione dei sentieri boschivi» con i proventi della tassa di soggiorno, che peraltro ammonta «mediamente al 40% in più» rispetto a quanto si paga nei Comuni limitrofi che l’hanno già applicata. «Non crediamo che queste siano le giuste strategie per incentivare il lavoro e gli investimenti a Sesto Calende – l’accusa di Sesto2030 – anche perché l’attuale maggioranza non riesce a spendere neanche i soldi già incassati per lo sviluppo del territorio, come per esempio i contributi compensativi versati da Esselunga a sostegno del piccolo commercio».

«Non smetteremo di chiedere»

Al di là del merito delle scelte, tra maggioranza e opposizione lo scontro è anche di metodo. La consigliera Alessandra Malini di Sesto 2030 e il capogruppo Giancarlo Rossi di Insieme per Sesto hanno sottolineato le «difficoltà incontrate per avere le informazioni richieste (e dovute) e il rifiuto a priori di ogni proposta delle opposizioni, regolarmente respinte senza nemmeno entrare nel merito. Persino le proposte che non costano nulla, come pubblicare le opere realizzate con la tassa di soggiorno, vengono bocciate». Le opposizioni rivendicano il diritto ad «avere tutte le informazioni sulle materie del consiglio», contro «l’idea (un po’ aberrante) suggerita dal capogruppo di maggioranza Colombo di recarci alla Procura della Repubblica. Noi respingiamo questa idea e non smetteremo di fare domande: far diventare il Comune di Sesto una casa di vetro è il servizio che vogliamo rendere a chi ci ha eletto».

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