Tassa d’imbarco ai Comuni, Cerutti (Ancai): «Legge con noi. Ci diano i soldi»

malpensa ancai cerutti

FERNO – Sono 96 i milioni che lo Stato deve ai Comuni aeroportuali d’Italia. Ben 6 quelli che spettano alla sola Ferno in virtù dell’addizionale comunale sui diritti d’imbarco passeggeri, più semplicemente nota come tassa d’imbarco, che è legge dal 2004 ma che viene versata sempre meno nelle casse dei Comuni. Che hanno deciso di alzare la voce e far causa al Ministero delle Finanze per far valere quello che sarebbe un diritto. Ma quando si dice oltre al danno, la beffa: l’udienza prevista nel prossimo gennaio è stata rinviata a novembre 2019. A fare il punto della situazione, ospite nella redazione di Malpensa24, è Mauro Cerutti, vicesindaco di Ferno e presidente di Ancai.

Legge non più rispettata

La tassa d’imbarco, istituita con legge 350 del 24 dicembre 2003, era stata pensata come parziale risarcimento degli oneri, dei disagi e dei servizi aggiuntivi che pesano sulle spalle degli enti locali che si trovano a gestire in casa la presenza ingombrante di un aeroporto. Da 6,5 euro di partenza si arriva, fra detrazioni e percentuali che vanno ad enti vari, a pochi centesimi che il ministero dell’Interno dovrebbe – e il condizionale è d’obbligo – girare ai Comuni aeroportuali italiani (sette quelli di Malpensa). Nei suoi primi anni di vita la legge viene rispettata, come riassume Cerutti, ripercorrendo la genealogia della tassa: «A Ferno ad esempio arrivavano inizialmente 600 mila euro all’anno». Man mano la cifra è andata a scalare, con la grande beffa del 2010, quando i Comuni rimasero a bocca asciutta perché l’intero importo venne girato all’aeroporto di Trapani Birgi come compensazioni per i disagi subiti per l’utilizzo militare delle piste durante la crisi libica.

«I soldi ci spettano»

La cifra a cui ammontano gli arretrati della tassa d’imbarco è pari, per il solo periodo 2005-2015, a 96 mila euro. Altri 20 mila circa per il 2016-2017. Fra tutti i Comuni aeroportuali, 21 hanno deciso di avviare una causa contro il Ministero delle Finanze per ottenere ciò che spetta loro: «Si tratta di 56 milioni di euro, ben 6 milioni per la sola Ferno – continua Cerutti – praticamente il bilancio di un anno». Alla causa partecipano anche alcuni Comuni del Cuv (Samarate, Lonate, Ferno appunto, Cardano al Campo, Somma Lombardo, Vizzola Ticino) e anche, con soddisfazione di Cerutti, alcune grandi città. «Noi Comuni Ancai sappiamo di avere la legge dalla nostra parte. Ma questo pare non basti per ricevere ciò che ci spetta».
Il paradosso, «e la nostra amarezza» deriva dal fatto che quella che dovrebbe essere una legge «sia diventata una discrezionalità da parte del governo di turno. Il problema dell’avere un aeroporto in casa (da cui derivano tante difficoltà, dalla viabilità al rumore) è qualcosa che riguarda tutti, oltre la singola amministrazione e il colore politico – conclude – che dovrebbe spingere a fare qualcosa per i cittadini. I soldi della tassa d’imbarco ci servono per far fronte ai loro bisogni».

malpensa ancai cerutti – MALPENSA24