Terzo Polo, Farioli è pronto a candidarsi: «Una sfida. Ricorda la Forza Italia del ’94»

BUSTO ARSIZIO – Il Terzo Polo è realtà, e Gigi Farioli c’è, pronto a scendere in campo come candidato per il Parlamento. «Il Terzo Polo? È la prima risposta all’appello di Draghi “Siete pronti?”. E mi ricorda lo spirito della Forza Italia del ’94». Nella nuova lista sancita dall’accordo tra Calenda e Renzi c’è anche l’ex sindaco di Busto Arsizio, militante azzurro per più di 25 anni prima di dare vita ad un’esperienza amministrativa alternativa al centrodestra e al centrosinistra nella sua Busto e poi di abbracciare l’avventura della piattaforma “L’Italia c’è”. «Per questa sfida ci ho messo la faccia e ora mi sento in obbligo a dare la mia disponibilità a giocare un ruolo in questa campagna elettorale». Per lui potrebbero aprirsi le porte di una candidatura in un collegio uninominale: quasi una “mission impossible” in una provincia che i sondaggisti danno come “blindata” per il centrodestra.

Farioli, è pronto a scendere in campo per le politiche?
«Non nascondo che nel dibattito locale sono stato spesso in contrapposizione con amici che privilegiavano visioni più condizionate dalla legge elettorale che da una chiara scelta di campo. Mi hanno sfidato e ora che si sta creando quel Terzo Polo che da un anno a questa parte era nei miei auspici e nei miei sogni, bisogna che mi metta in gioco. La mia disponibilità era condizionata ad un’offerta chiara, legata all’Agenda Draghi e al 20 luglio, ma anche al coinvolgimento dal basso, ora mi sono sentito in obbligo di confermarla. Impresa difficile, forse improba e destinata più alla fatica che al successo, ma se c’è un percorso che inizia chi ha passione ha il dovere di mettersi in gioco. Nello spirito di “Fai quel che devi, succeda quel che può”. E con un ruolo che si deciderà nei prossimi giorni».

Che cosa rappresenta per lei il Terzo Polo?
«L’unica grande novità nell’offerta politica, che spero possa costituire un punto di partenza e di riferimento per un elettorale liberale e riformista che non può più riconoscersi in un centrodestra che ha perso sia le direttrici del sogno della rivoluzione liberale sia quel ruolo di perno di una bellissima realtà di governo, penso alla Lombardia dei primi dieci anni, ma anche un punto di innovazione per quella parte di PD riformista che è sempre zavorrata da tentazioni massimaliste, stataliste e anch’esse populiste. Un’offerta che ha una forte connotazione nell’Agenda Draghi, nelle riforme del PNRR e del Next Generation EU e nel solco delle migliori tradizioni politiche europee. Questa è la vera scommessa di queste elezioni ed è la prima risposta all’appello, “Siete pronti?”, di Draghi in Parlamento».

Non c’è il rischio di rimanere schiacciati in una legge elettorale ancora bipolarista?
«Per la prima volta il Terzo Polo non solo è qualcosa di diverso che non è né di destra né di sinistra, ma soprattutto è l’unica offerta coerente, non ambigua, destinata a crescere. Con in più un elemento di una forte scommessa civica in una visione ampia ed europea, nello spirito di un polo che offre serenità, chiarezza, lontano dai compromessi negativi per un’offerta competente, libera e consapevole. Si avvicina alla speranza che nel ’94 aveva costituito Forza Italia, con una chiamata alla partecipazione della società civile rispetto allo stantio riciclo di vecchie formule, ma anche nell’esigenza di riconfermare l’Italia nell’ambito di una collocazione europea, atlantista e che guarda al benessere».

I suoi “vecchi” amici di Forza Italia però, come già un anno fa a Busto, sono da un’altra parte, ancora nel centrodestra. E non solo loro…
«Non nascondo che avrei auspicato maggior coraggio da forze che si dicono liberali, moderate e appartenenti al Partito Popolare Europeo e finiscono per essere schiacciate dal predominio di leader e partiti euroscettici, che già chiedono una revisione del PNRR e che ragionano su logiche più vicine a Orban che non a Macron e Scholz, che guarda caso proprio oggi ha citato Draghi come “miglior politico europeo”. Purtroppo, dopo la scelta scellerata di sfiduciare Draghi, accodarsi all’esigenza di privilegiare una possibile facile vittoria all’interesse nazionale è una responsabilità grave di Forza Italia e della Lega di governo. Anche Italia al Centro avrebbe dovuto avere più coraggio e la crisi che si è creata con le dimissioni del coordinatore regionale (Guido Della Frera, ndr) ne è l’emblema evidente».

Anche in Azione però le acque non sono tranquille. Lo dimostrano le parole del coordinatore provinciale Angelo Senaldi…
«Non essendo io organico né ad Azione né ad Italia Viva forse sono più facilitato nel costruire un’unità al di là della somma di appartenenze e leadership, ma capisco le preoccupazioni di chi, militante, teme che l’unione di “due galli nello stesso pollaio” possa essere fonte di screzi o di limitazione di spazi. Ma in questa unione io vedo un’opportunità, non solo di un’alleanza elettorale, ma dell’avvio di un percorso politico che è più dell’unione di due esperienza, peraltro prevalentemente parlamentari».

Quello che auspicavate con L’Italia c’è?
«Sì. Una piattaforma per la nascita di un polo liberal-riformista in cui personalmente mi impegnerò a far crescere anche una forte componente cattolico/cristiana. Lo dimostra la disponibilità a partecipare a questo processo di figure di riferimento come Albertini a Milano e Bonoldi a Varese».

busto arsizio gigi farioli terzo polo – MALPENSA24