Busto, trovati in cella con i telefonini e una macchinetta per tatuare

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BUSTO ARSIZIO – Cosa ci facevano in cella dei telefonini e persino una macchina per realizzare tatuaggi? E’ quello che si sono chiesti gli agenti della polizia penitenziaria di Busto Arsizio durante una perquisizione straordinaria avvenuta all’interno di un reparto detentivo della struttura di via per Cassano.

Vietato comunicare con l’esterno

Com’è noto, per i detenuti è vietato comunicare con l’esterno, fatti salvi i contatti mediati dal personale carcerario per ovvie ragioni di sicurezza. L’uso dei telefonini, dunque, è proibito. Durante la perquisizione ne sono stati trovati due, in due differenti celle, di piccolissime dimensioni in modo tale da essere meglio nascosti.

Tattoo in cella

Meno grave, sotto il profilo disciplinare ma non sotto l’aspetto sanitario, il ritrovamento della macchinetta per tatuaggi. Innanzitutto perché come inchiostro viene utilizzato quello delle biro anziché i pigmenti specifici per colorare la pelle. E poi perché in carcere, ovviamente, non si possono garantire gli standard di igiene e sicurezza che si trovano nei tattoo shop seri che usano soltanto materiale sterilizzato. L’esito della perquisizione è stato immediatamente segnalato alla procura della Repubblica dal direttore della casa circondariale Orazio Sorrentini

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