Malvaglio, fisioterapista macina 17mila chilometri in un anno: «Amo lo sport»

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ROBECCHETTO CON INDUNO – #attivoa365: quasi un monito, ma anche e soprattutto la sua filosofia di vita. Perché si può fare sport tutto l’anno, tutti i giorni, eccome. Missione compiuta per Nicola Ferrari, fisioterapista di Malvaglio (frazione di Robecchetto con Induno), che ha portato a termine quell’impresa, sfida o avventura che aveva lanciato all’inizio del 2018.

L’importanza dello sport

«Nei dodici mesi appena conclusi – racconta – mi sono allenato praticamente ogni giorno, in qualche caso anche più di una volta al giorno, mettendo assieme oltre 17 mila chilometri spalmati su 488 attività totali e suddivisi tra le mie tre discipline, ossia nuoto, bicicletta e corsa». L’idea, alla fine, era nata con un obiettivo ed una finalità specifica, come ricorda lo stesso Ferrari. «Con il mio lavoro, in modo particolare negli ultimi periodi, sto vedendo sempre più giovani che purtroppo si trovano a confrontarsi con problematiche che solitamente appartengono a persone già avanti con l’età. Nella maggior parte dei casi, poi, queste patologie sono legate alla sedentarietà, al fatto che si fa sempre meno attività e si passa troppo tempo su smartphone, social e videogiochi. Da qui, dunque, la volontà di provare a far capire alla gente l’importanza di muoversi e praticare qualche sport, mettendomi in gioco in prima persona». Un anno, allora, intenso e certamente impegnativo, però ricco di tante soddisfazioni. «Spero di essere stato un buon esempio sia sui social che per strada – continua – cercando di veicolare appunto il messaggio che il movimento è necessario e che anche con ritmi più blandi dei miei si può praticare quotidianamente».

Nuova avventura per il 2019

Ma se la parola chiave del 2018 è stata #attivoa365, il fisioterapista di Malvaglio ha già pensato ad una nuova iniziativa pure per il 2019. «Mi rivolgerò, stavolta, a chi prende lo sport troppo seriamente – conclude – E non mi riferisco a coloro che ovviamente lo fanno per il piacere di farlo e per prendersi cura della loro salute, sarebbe un controsenso alla filosofia fin qui sostenuta, bensì voglio arrivare a quanti lo praticano riducendolo solo a dei risultati cronometrici o di distanza, perdendo così la ‘poesia’ e finendo per procurarsi, in alcuni casi, degli infortuni dovuti allo stress ed ai carichi di lavoro eccessivi. Il nuovo messaggio è indirizzato naturalmente agli amatori e non ai professionisti, che facendolo di mestiere hanno il dovere di portare un risultato. Per quest’anno, pertanto, mi allontanerò dalla tecnologia, non userò satellitari, né contachilometri e niente social sportivi sui quali condividere gli allenamenti. Praticherò sport solo per il gusto di farlo, dimostrando che ci si può divertire e stare in salute senza farsi male e senza farsi indirizzare dai risultati fini a se stessi. Si tratta di un’esperienza nuova anche per me, che pur non avendo mai puntato unicamente ai numeri, da anni mi sono abituato a sfruttare la tecnologia, perdendo un po’ di quella sensibilità ‘mente corpo’ essenziale per avere una buona consapevolezza di sé».

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