Truffe su compravendite auto a Bergamo, sinti di Fagnano e Busto tra gli arrestati

busto carabinieri ubriaco

BUSTO ARSIZIO – Pubblicizzavano le autovetture a prezzi molto convenienti sui più noti siti di annunci online, poi chiedevano il versamento della caparra in contanti e il pagamento anticipato con bonifico, ma la consegna dell’automobile veniva rimandata, finché l’autosalone, in cui avevano messo in esposizione la vettura, non chiudeva del tutto. E le vittime del raggiro, oltre a non ricevere l’oggetto acquistato e pagato, venivano sviate calunniando altri presunti autori della truffa. Un “giochino” che aveva generato un profitto di oltre 185mila euro ad una “banda” di sinti di cittadinanza italiana, dimoranti tra la Bergamasca e la provincia di Varese (Fagnano Olona e Busto Arsizio). In otto sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare: tre sono finiti dietro le sbarre a cinque agli arresti domiciliari.

Le manette

Un’operazione di polizia giudiziaria condotta dai Carabinieri del comando provinciale di Bergamo, scattata nel 2019 a seguito di una serie di frodi sulla compravendita di auto e sfociata nell’esecuzione delle otto ordinanze di custodia cautelare da parte dei militari della compagnia bergamasca di Zogno, coadiuvati dai colleghi del comando provinciale di Varese. Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di truffa, insolvenza fraudolenta, calunnia, ricettazione, trasferimento fraudolento di valori ed estorsione, specificatamente nella compravendita di veicoli mediante la costituzione di concessionari fantasma.

L’autosalone fantasma

Ad innescare la complessa attività indagine dei Carabinieri, coordinata dal sostituto procuratore di Bergamo, Emanuele Marchisio, è stata la brevissima vita di un concessionario aperto a Sorisole, in provincia di Bergamo, il 3 dicembre 2019 e chiuso il 7 dicembre successivo. Un’indagine complessa, durata quasi un anno e mezzo, tra il dicembre 2019 e il marzo 2021, che si è focalizzata su un sodalizio criminale composto principalmente da Sinti italiani con il supporto di altri soggetti di nazionalità italiana. Sono 12 le frodi accertate, sempre con lo stesso meccanismo: prima venivano pubblicizzate le vetture tramite famosi siti di annunci online con l’indicazione di un prezzo particolarmente conveniente; quindi si passava alla visione del mezzo in autosalone, seguita dalla richiesta di caparra in contanti e pagamento anticipato del saldo tramite bonifico su conto corrente.

Arresti e sequestri

La settimana successiva veniva fissato l’appuntamento per la consegna del mezzo, che però non avveniva, in quanto l’autosalone veniva chiuso, con i clienti sviati calunniando altri soggetti indicati quali autori della truffa. Le stesse auto erano soggette a vendite plurime, nessuna delle quali andava a buon fine, mentre le vetture venivano materialmente e giuridicamente fatti sparire e i conti correnti svuotati inviando bonifici all’estero, verso banche croate. Insieme agli arresti, sono stati sequestrate per la successiva confisca auto di lusso come Porsche e Hummer, immobili situati nella provincia di Bergamo nel frattempo intestati a prestanome e conti correnti bancari per un ammontare di oltre due milioni di euro.

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