Ucraina, siamo tutti coinvolti. Grazie a Vladimir

ucraina putin guerra

Tra i tanti aforismi sulla guerra ce n’è uno attribuito a Pablo Neruda che ci sembra il compendio di tutti gli altri. Eccolo: “Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi, per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono”. Scontato, potremmo commentare. Ma, intanto, in Ucraina, perdono la vita persone innocenti, tra gli altri anche bambini, per mano di soldati che nessuno di loro ha mai visto prima. Questo per dire che il signor Putin sta col culo al caldo nelle immense stanze del Cremlino a ingiuriare gli avversari (“Banda di drogati e di nazisti”), a impartire ordini di morte, mentre per le strade di Kiev altri combattono e uccidono. Per che cosa? Per un principio egemonico. Certo, come ha spiegato con chiarezza Fernando Mezzetti su Malpensa24, l’Occidente ha le proprie responsabilità. Sufficienti per giustificare l’aggressione e le bombe? Sufficiente per sconvolgere il mondo? Sufficiente perché a pagare il conto sia la gente comune dell’Ucraina, che alla “madre Russia” non deve niente se non un lungo periodo di sottomissione quando imperava l’Unione sovietica?

Non abbiamo contezza di questioni di geopolitica, ci pare però sacrosanto il diritto dei popoli all’autodeterminazione, senza che Paesi terzi interferiscano nelle loro scelte. La storia recente, purtroppo, ci offre mille esempi anche di interferenze pesanti, non soltanto da parte russa, anzi. Ma quanto accade ora, nell’anno di grazia 2022, ci riporta indietro nel tempo e, appunto, disorienta, sconvolge, trascende la ragione. Un quadro di riferimento che tira una riga sul sistema di regole sull’uso della forza nato dopo il 1945.

Per arrivare al punto, una situazione che ci mette tutti in ansia, prossima a evolvere in angoscia. Che sovverte i mercati e, soprattutto, sconquassa le coscienze. Siamo tutti coinvolti, non c’è dubbio. Compresi quei fenomeni – per fortuna sono pochi – che si schierano con PsychoPutin (copyright Massimo Gramellini), pronti a raccontarci la favola del mago per cercare una minima, plausibile giustificazione al conflitto. Coinvolti anche loro a causa di un’innata, terribile stupidità.

Se dobbiamo trovare un lato positivo a tutto ciò, lo si scorge nella reazione quasi unanime di istituzioni e cittadini ad ogni livello, un comune sentire, una solidarietà che cresce di giorno in giorno all’accavallarsi delle notizie che arrivano dall’Ucraina; una rabbia collettiva che non è soltanto emozionale, che non muove a mera compassione, ma diventa partecipazione al dramma di una nazione. Non è poco. Non lo è perché stiamo uscendo da un altro dramma, quello della pandemia.

Pleonastico ribadire che cosa abbiano significato per tutti il Covid e le sue drammatiche conseguenze. Avremmo fatto volentieri a meno dell’invasione dell’Ucraina, non soltanto per ragioni umanitarie ed economiche, per evitare che il costo dell’energia, del gas, della benzina esplodesse in maniera esponenziale, più di quanto non avesse già provveduto il virus. Ne avremmo fatto a meno anche perché non c’è più fine alle emergenze, come non ci fosse un domani. Fuori da una (sempre che si sia davvero fuori), dentro in un’altra. Con i suoi effetti, i suoi lutti, le sue bestiali spregiudicatezze che sfociano nell’emergenza umanitaria. Con l’aggiunta del rischio di un effetto a catena sugli stessi scenari internazionali. Appunto, grazie a Vladimir.

ucraina putin guerra – MALPENSA24