Mondiacult, per l’evento Unesco il Museo Castiglioni proietta “I pozzi cantanti”

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VARESEIl Museo Castiglioni propone un appuntamento legato alla cultura dell’acqua nell’ambito di “Mondiacult 2022”, iniziativa organizzata dall’Unesco su scala mondiale, con la proiezione del documentario “I pozzi cantanti” di Angelo e Alfredo Castiglioni. Sabato 24 settembre sarà possibile partecipare dal vivo alla registrazione dell’evento nella sede museale, alle 10 (i posti sono limitati ed è necessaria la prenotazione entro giovedì 22 chiamando il numero 334/9687111), oppure online alle 16 su Microsoft Teams collegandosi al link https://bit.ly/3QPEvzd.
Nel corso dell’incontro interverranno Serena Massa (“Il contributo dell’archeologia nella riscoperta della conoscenza tradizionale per la sostenibilità”), Marco Castiglioni (“L’archivio filmico del Museo Castiglioni: una miniera del patrimonio immateriale”) e Nelly Cattaneo (“La gestione dell’acqua nei contesti aridi e semiaridi: cosa possiamo imparare dal passato?”).

Sei litri ogni tre secondi per ogni uomo

Le immagini girate dai fratelli Castiglioni sono straordinarie pagine di una storia umana scomparsa per sempre. Nell’Etiopia meridionale, nella terra dei pastori Borana, ci sono pozzi che sprofondano fino a trenta metri nel sottosuolo. Fino a pochi anni fa, uomini e donne scendevano, all’alba, nel buio dello scavo per raggiungere la falda acquifera. Diciotto-venti persone, posizionate le une sulle altre su legni scivolosi di muffa, portavano in superficie l’acqua necessaria agli uomini e agli animali. Un canto scandiva il lavoro. Sei litri ogni tre secondi per ogni uomo. Cori antichi che uscivano dalla terra e si udivano da lontano. “Pozzi cantanti”, arrivati fino a noi da innumerevoli generazioni di pastori.

Le forme ancestrali di steli e maschere

Al Museo Castiglioni continua la mostra “Archetipi danzanti” che rende omaggio ai prodigi e alle fantasticherie di Walter Tacchini, artista di La Spezia dal respiro internazionale. Nel tempo ha elaborato una vena creativa molto personale, dedita al recupero di forme ancestrali ispirate sia a steli antropomorfe di cinquemila anni fa come quelle della Lunigiana, sia a maschere tipiche come nella tradizione del Carnevale storico di Ameglia dell’Omo ar Bozo. Un lungo percorso che parte dai manifesti per il teatro di strada per arrivare ai quadri, alle sculture e ai mobili rigenerati, che a Varese si articola in dialogo con le maschere africane della collezione Castiglioni.

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