Vanzaghello, vandalizzato il centro civico. L’opposizione: «Dov’è la sicurezza?»

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VANZAGHELLO – «Ma la sicurezza non era il loro cavallo di battaglia? Non mi sembra migliorata molto…». È il lapidario commento del consigliere di opposizione Maurizio Rivolta alla notizia degli atti vandalici sulla facciata del centro civico di Vanzaghello (nella foto), dove ignoti hanno piegato alcune lettere dell’insegna e danneggiato la teca del naspo antincendio. Le critiche mosse da Rivolta e dagli altri consiglieri della lista Insieme per Vanzaghello, però, investono anche altri fatti e sviluppi dell’attualità amministrativa locale, comprese le politiche anti Covid.

«Le mascherine donate al Comune – attacca Rivolta – sono semplici mascherine chirurgiche, altro che superprotettive come le hanno definite». Mentre sulla proposta di aprire un centro vaccini accogliendo la disponibilità di un’azienda locale, è l’ex sindaco Gian Battista Gualdoni, medico di base, a tagliare corto: «Con tutte le strutture pubbliche dedicate che ci sono sul territorio, dall’Asst agli ambulatori medici, senza contare palestre, centro civico, biblioteca, si farebbero i vaccini in un’azienda privata? Ma non scherziamo…».

Scontro con la giunta anche sul Pgt

Questa settimana l’Amministrazione Gatti ha aggiornato i cittadini sul prosieguo della stesura del nuovo Piano di governo del territorio. «Entriamo ora – ha spiegato – nella fase calda: ad inizio febbraio è stato dato l’incarico allo studio UrbanLab di Magenta, a cui abbiamo fornito gli obiettivi e le strategie per la creazione del Piano, tenendo in considerazione sia gli indirizzi politici già espressi in campagna elettorale e durante l’assemblea pubblica, sia le numerose osservazioni raccolte dai cittadini (circa 150 questionari anonimi e oltre 40 osservazioni protocollate). Prevediamo di adottarlo entro la fine dell’anno, così che per l’inizio del 2022 potrà essere pienamente in vigore. Continueremo – ha ribadito la maggioranza di centrodestra – a promuovere la partecipazione della cittadinanza, che riteniamo fondamentale in questo percorso». Ma per l’opposizione «il paese si sta svuotando, con quartieri residenziali che hanno metà delle case vuote. Occorre – ammonisce Rivolta – rimettere in vita parti di paese senza consumare nuovo suolo. La biblioteca è diventata centrale rispetto a via Torino, uno degli ambiti più bisognosi di riassetto, riportando un po’ di movimento in una parte vecchia del paese: questo è il concetto di rigenerazione urbana, non quello che intende l’Amministrazione, che non porta avanti cose già avviate e fa solo piccole manutenzioni ordinarie spacciandole per grandi opere».

La minoranza: «No al Cse in via Albarina»

Immancabile, nella polemica che divide le due liste rappresentate in Consiglio comunale entra la destinazione dello stabile in via Albarina, donato al Comune da due cittadine a condizione di usarlo per fini sociali destinati alla popolazione anziana. L’obiettivo della giunta di Arconte Gatti è ora trasferirvi il centro socio educativo per ragazzi disabili, come prevede il progetto di rigenerazione urbana del costo di 490.000 euro appena approvato. «Per mesi – lamenta Gualdoni – ci hanno detto che non si poteva fare il nostro progetto a costo zero per il Comune, anche perché comportava un aumento del traffico veicolare insostenibile per quella via. Ora gli stessi problemi che hanno rinfacciato al nostro progetto sembrano non esistere più e prevedono pure parcheggi per i pulmini dei ragazzi. Manca coerenza, è il gioco delle tre carte, ma di nuovi servizi non se ne vedono: il paese è fermo a due anni fa. E poi – incalza l’ex sindaco – quello stabile consta di due appartamenti troppo piccoli, meno di 80 metri quadri ciascuno su 2 piani, per un simile impiego, cui oggi sono destinati più di 1.000 mq su un unico piano. Il Cse va bene dov’è ora, è un fiore all’occhiello non solo per Vanzaghello ma per l’intero Castanese».

Rincara Rivolta: «In via Albarina non c’è spazio né interno né esterno. La relazione progettuale è piena di retorica e falsità. Inoltre questa proposta è arrivata prima del Pgt, senza uno studio dettagliato del piano dei servizi che confermi la fattibilità del progetto: è il contrario di come si dovrebbe procedere. La rigenerazione urbana, come finanziata dal governo, non è una semplice ristrutturazione edilizia ma deve riguardare ambiti ampi quali la sostenibilità ecologica, la riqualificazione energetica, la differenziazione del tessuto sociale. Nessuno di questi obiettivi è centrato dall’intervento pianificato per l’edificio in via Albarina. Questa semmai – conclude con una battuta – è degenerazione urbana».

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