Chirurgia endovascolare, Asst Sette Laghi al convegno di Lipsia. L’intervento

VARESE – Si chiama Linc, acronimo che sta per Leipzig International Course, e si svolge a Lipsia: è uno dei più importanti congressi al mondo di chirurgia endovascolare. Tra i centri chiamati da ogni parte del mondo per presentare un intervento per l’edizione 2022, anche la chirurgia vascolare di Asst Sette Laghi, guidata dal professor Matteo Tozzi, invitata a mostrare l’esecuzione di un intervento di manutenzione di fistola ad alto flusso per la dialisi su un ragazzo.

L’intervento

La Chirurgia vascolare varesina è un centro riconosciuto a livello italiano e internazionale, come dimostra anche la partecipazione a questo congresso. Nel dettaglio, l’intervento, eseguito in diretta dalla sala agiografica, si è articolato in segmenti successivi, finalizzati a ridurre la portata sanguigna della fistola di circa 3/L di sangue al minuto e poi andare a correggere le conseguenze che una fistola a così alto flusso aveva generato. In altre parole, il paziente, dopo due anni di trattamento emodialitico aveva sviluppato delle complicanze: la fistola aveva flussi troppo elevati, che hanno determinato la formazione di due aneurismi lungo il braccio e di una stenosi dell’arco della vena cefalica.

Le fasi affrontate dall’équipe

A spiegare le fasi dei trattamenti è Tozzi, che ha operato insieme a Marco Franchin, anche lui chirurgo vascolare, e al radiologo interventista Federico Fontana, supportati dall’équipe anestesiologica formata da Alessandro Bacuzzi e Luca Guzzetti. «Innanzitutto – dice – vorrei ringraziare il personale che ha permesso di eseguire l’ intervento: non solo chi ha operato con me, ma tutto il personale della chirurgia vascolare, della sala angiografica e i tecnici di radiologia, oltre a Battistina Castiglioni, direttore del Dipartimento cardio-toraco-vascolare per il supporto. Si è trattato, in prima battuta, di ridurre l’area anastomotica della fistola, ovvero ridurre la sezione della vena che funge da accesso per la dialisi. E’ un passaggio delicato perché il rischio è di ridurre eccessivamente la portata della fistola artero-venosa o di ridurla troppo poco, con conseguenze a livello cardiaco, il cosiddetto scompenso ad alta gettata. Durante le fasi della riduzione, fondamentale è il supporto degli anestesisti, per gestire le eventuali problematiche emodinamiche e circolatorie del paziente. Siamo quindi intervenuti per ridurre gli aneurismi del braccio con tecnica chirurgica open. Infine, la fase endovascolare: con un duplice accesso dalla stessa Fav e dalla vena femorale abbiamo ricostruito l’arco della cefalica con il posizionamento di uno stent di nuova generazione. Tutta la procedura angiografica è stata eseguita con anidride carbonica per evitare il danno della funzione renale residua del ragazzo».

L’eccellenza

Di interventi endovascolari di manutenzione dell’accesso vascolare, ogni anno, a Varese, se ne effettuano circa 600, un centinaio dei quali con il doppio approccio open ed endovascolare.
«La partecipazione con intervento in diretta dalle nostre sale angiografiche ad uno dei più importanti congressi di chirurgia endovascolare del mondo non è che l’ennesima conferma dell’alto livello dei nostri professionisti», ha commentato il dg di Asst Sette Laghi, Gianni Bonelli. «In questo caso dei chirurghi vascolari, ma anche dei radiologi interventisti, degli anestesisti, dei tecnici e di tutto il personale di sala. Solo la squadra permette di raggiungere l’eccellenza e il compito della direzione è quello di metterla in condizione di esprimere al massimo capacità e competenze. Grazie ai fondi del Pnrr, sono in arrivo nuove, grandi apparecchiature, senza dimenticare un ulteriore investimento di Regione Lombardia che ci porterà a breve la nuova sala operatoria ibrida, dove potranno operare contemporaneamente cardiologi interventisti, cardiochirurghi, chirurghi vascolari e radiologi».

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