Varese, Coldiretti: «Le stalle nella morsa del caldo. Cala la produzione di latte»

VARESE –  Giornata di caldo-record, con il varesotto alle prese con il picco delle temperature, oggi tra le più alte della Lombardia in particolare nelle zone di pianura. E l’afa si fa ancor più sentire nelle stalle, dove si adottano tutte le contromisure per aiutare le vacche a sopportare le alte temperature e dove, in questi giorni, la produzione di latte vede un calo marcato, tra il 15% e il 20% in meno.

Non solo mucche, in pericolo anche maiali e pollame

«Ieri e oggi le due giornate di picco»commenta Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese. «La priorità dei nostri allevatori è garantire il benessere degli animali e, quindi, nelle stalle del Varesotto sono subito scattate le contromisure per combattere lo stress da afa: ventilatori, acqua fresca nebulizzata e alimentazione nelle ore più fresche per invogliare gli animali a sfamarsi e scongiurare il pericolo disidratazione. Se per gli animali domestici come cani e gatti è importante garantire sempre l’acqua e fare in modo che stiano sempre al riparo dal sole e in luoghi ben areati, per le mucche il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte». Fiori prosegue: «Anche i notevoli sbalzi termici influiscono negativamente, causando anche potenziali rischi di patologie respiratorie. La tecnologia presente oggi in stalla consente di creare condizioni di benessere utili mitigare i rischi da stress da caldo, che sarebbero ancora più marcati se gli animali fossero allo stato brado». Non solo mucche. A patire il caldo anche altri animali, come maiali e galline. «Stiamo registrando un calo di circa il 5 per cento nella deposizione delle uova» aggiunge l’organizzazione agricola. «Con le temperature superiori ai 35 gradi anche le piante – conclude la Coldiretti prealpina – sono a rischio stress idrico e colpi di calore che potrebbero compromettere la crescita dei frutti negli alberi, bruciare gli ortaggi e danneggiare i cereali: per questo il monitoraggio nelle nostre campagne è continuo».

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