A Varese il tuttofare di Clifford unisce giuria e pubblico del festival Cortisonici

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VARESE – «Questa è la prima volta che giuria e pubblico sono uniti nella scelta del film vincitore»: così ha commentato la vittoria di “The handyman” Matteo Angaroni, che ieri, sabato 28 agosto, insieme a Massimo Lazzaroni e Tatiana Tascione ha condotto la serata finale di Cortisonici ai Giardini Estensi di Varese. Insieme al filmato del regista australiano Nicholas Clifford, che racconta come il suicidio a cui si accinge Evelyn venga interrotto dall’arrivo di un ingombrante tuttofare, è stato premiato il francese “Particules fines” di Gregory Robin: discussione di due uomini sopra un ponte riguardo al significato della vita, è stata la scelta dell’associazione che ha organizzato la rassegna cinematografica.

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Un sottile stato di tensione fino al sorprendente finale

Ad annunciare il premio del pubblico è stato il sindaco Davide Galimberti: «È sempre bello partecipare a momenti come questo, che aiutano la città a creare un contesto culturale sempre più vivace. E, anche se ora si trova in una collocazione diversa da quella tradizionale, contiamo che Cortisonici torni presto a primavera».
La giuria formata da Alessia Gasparella, Massimiliano Supporta e Matteo Pennacchia, membri del TOHorror Fantastic Film Festival, ha preferito “The handyman” “per la capacità di oscillare sapientemente tra le sfumature di genere senza mai appropriarsene completamente e mantenendo vivo un sottile stato di tensione fino al sorprendente finale”.
Menzione speciale per il tedesco “Hase”, di Dan Floresco e Lisa Flachmeyer, “per la capacità di disporre due attori, una sola location e dei millimetrici campo/controcampo in modo tale da restituire in quattro minuti quanto, e forse più di quanto, film maggiormente canonici, strutturati e di lunga durata riuscirebbero a fare; tutto ciò senza ricorrere a metafore scoperte in una bella e disperata sintesi delle fragilità semantiche del vivere quotidiano, quelle per cui se sposti anche solo una carta, crolla tutto il castello”.

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L’ironia e l’incontro con l’altro

In “Particules fines” un uomo che cerca di buttarsi di sotto attira improvvisamente l’attenzione dei protagonisti: “Quando tutto è buio, quando il senso delle cose sfugge, solo l’ironia e l’incontro con l’altro, la sua follia e la sua bellezza, ci possono salvare. In tempi cupi come questi ci pare proprio il messaggio che come associazione Ronzinanti sentiamo vero e nostro”, hanno spiegato gli organizzatori del festival Cortisonici. «Da quando ho scoperto l’Italia è diventata parte del mio cuore – ha rivelato Robin – per me è fantastico ricevere un premio qui». Con il regista è salito sul palco dei Giardini Estensi anche Philippe Berodot che si è dichiarato «il massimo esperto francese di Adriano Celentano», dando una svolta musicale alla serata; accompagnato alla chitarra da Andrea Minidio, l’attore ha cantato “Il ragazzo della via Glück” in versione “bilingue”.

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L’arma più forte per affrontare le difficoltà

Tra gli ospiti della serata c’era Ryan William Harris, regista irlandese trapiantato in Italia che della storia di violenza del suo “Eggshell” ha rivelato: «Nasce dalla mia esperienza personale. Quando dieci anni fa arrivai qui ero finito a vivere in una casa famiglia: un luogo dove ti confronti con altri ragazzi e rifletti su situazioni per cui desideri che intervenga una forza esterna in tuo aiuto. Per realizzare la mia opera prima, in cui sono riuscito a coinvolgere Costello, mio idolo rap della mia gioventù, ho unito i due mondi e sono tornato al paese dove sono cresciuto. Ho dovuto scavare nei ricordi della mia infanzia: la fantasia è stata la nostra arma più forte per affrontare le difficoltà».

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Il percorso opposto a quello del cortometraggio

“The recycling man”, che ha tra gli interpreti Benjamin Aisworth, il Pinocchio del futuro remake di Robert Zemeckis con Tom Hanks, è stato uno dei pochi lavori a tema fantascientifico e si espanderà a una serie televisiva. «Nato cinque anni fa, nel suo caso è stato compiuto il percorso opposto a quello che si fa per i cortometraggi», hanno spiegato il regista Carlo Ballauri, presente insieme a Giovanni Gualdoni e Saverio Rapezzi, rispettivamente sceneggiatore e autore della colonna sonora. «La sua ambientazione, legata ai temi dell’ambiente, del cambiamento climatico e della sovrappopolazione, è stata ispirata dall’aggressivo mercato immobiliare che ho incontrato a Vancouver. Per avere un maggiore turnover, e poter così vendere o affittare di più, i titolari del “building” in cui abitavo facevano sottoscrivere un impegno a non avere figli, e a nessun minore era consentito entrare nell’edificio».

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Cortisonici, ultime proiezioni prima del gran finale ai Giardini Estensi di Varese

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