Varese, Galimberti lancia le giunte delle larghe intese. «Come il governo Draghi»

VARESE – Il passo indietro di Roberto Maroni, il nome dello sfidante che ancora non c’è. Una partita da giocare certamente nella propria metà campo, quella del centrosinistra, ma anche in quella avversaria. Il tutto in un quadro politico che, l’uscita di scena del Bobo leghista ha di nuovo fluidificato. Ingarbugliando tutto ciò che veniva dato per cristallizzato. E non solo a Varese.

Inutile girarci intorno: un conto sarebbe stata la partita elettorale con Maroni in campo, un conto è giocare la riconquista di Palazzo Estense senza il Cr7 del Carroccio. E il sindaco di Varese Davide Galimberti lo sa. Non lo dice, ma lascia intuire, con precisi riferimenti al modello Draghi, che da qui alle prossime settimane tutto o tanto potrebbe cambiare. O forse nulla. Lasciando però sul campo del centrodestra pesanti strascichi. Che qualcuno chiama “perdite”.

Sindaco Galimberti, il ritiro di Roberto Maroni ha cambiato, o per lo meno mescolato, le carte in tavola per il centrodestra. E per il centrosinistra? 
«La sfida elettorale con Maroni sarebbe stata un bel confronto tra due persone che si sono sempre stimate e rispettate, nella massima collaborazione e nell’interesse delle istituzioni. La sua candidatura aveva un significato particolare per Varese, ovvero avrebbe voluto dire che la nostra città è il cuore della sperimentazione politica nazionale e che siamo stati capaci di cogliere opportunità ed amministrare poiché altrimenti non si sarebbe scomodata una persona del suo calibro».

C’è chi è convinto che con Maroni in campo sarebbe stata tutta un’altra storia e la sua riconferma non così scontata. Ora invece… 
«Sono riflessioni che non mi appartengono. Dico però che per il centrodestra sostituire Maroni non sarà semplice per via della sua autorevolezza, per la sua storia, per il radicamento e i ruoli istituzionali che ha ricoperto».

Candidato civico o di bandiera. Quale avversario preferirebbe trovarsi di fronte? 
«Vediamo quale nome uscirà. In una coalizione dove continua a crescere il peso di Fratelli d’Italia sia a livello nazionale che sui territori, anche un esponente della società civile alla fine verrebbe schiacciato su posizioni estreme e sovraniste».

Torniamo alla prima risposta. Lei parla di Varese come laboratorio politico. Perché? 
«Perché siamo nell’epoca in cui bisogna mettere insieme tutte le forze politiche, sociali e civili che abbiano a cuore l’attuazione del modello di città. Una sorta di governo Draghi del territorio, per poter attrarre tutte le opportunità che arriveranno dal recovery».

Sta forse dicendo che bisogna allargare nel centrosinistra e sta pensando di farlo anche in riferimento al centrodestra?
«Sto dicendo che, partendo dai valori che devono essere chiari, bisogna allargare alle forze moderate e civiche».

Insomma vuole giocare la partita anche nell’altra campo?
«Ho sempre guardato e parlato a tutti quei cittadini e a quegli elettori che non si ritrovano più in una politica inconcludente e rissosa. Una politica sempre più attenta al peso del proprio partito piuttosto che al bene del Paese o della propria città».

Ci faccia capire, la costruzione della sua squadra a questo punto potrebbe riservare sorprese? 
«In queste ultime settimane molti cittadini si sono avvicinati per capire il nostro progetto e per condividerlo. Parlo di giovani, di varesini che non hanno mai fatto politica o vita amministrativa, ma voglio mettere al centro l’interesse per la propria città».

Le chiediamo di alzare lo sguardo oltre i confini della città che amministra. Secondo lei la rinuncia di Maroni potrebbe avere ripercussioni sulla coalizione di centrodestra anche in altre città al voto in provincia? 
«Non amo parlare di vicende che non riguardano Varese. Ma è indubbio che il modello Draghi al quale ho fatto riferimento poco sopra possa rappresentare un’occasione per altra realtà. Per Busto in modo particolare mi par di capire, Dove spero che il centrosinistra e tutte quelle forze moderate e civiche che non si riconoscono nella politica sovranista, possano prendere spunto dal governo nazionale e possano riunirsi proprio per cogliere fino in fondo le opportunità per far fare un ulteriore passo di qualità alle nostre città e alla nostra provincia».