Centrodestra in provincia: rivendicazioni, candidature, velleità e nessuna certezza

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Gazebo della Lega anche a Busto Arsizio per la raccolta firme contro i vitalizi, per la pace fiscale e lo stop all'immigrazione

VARESE – C’è fermento a centrodestra in provincia di Varese. E’ tutto un ribollire di indiscrezioni, riposizionamenti e mutazioni funzionali a riscrivere gli equilibri della coalizione e i pesi all’interno dei singoli partiti. Così, mentre Forza Italia prova ad arginare le defezioni di storici militanti, quasi tutti operanti nell’area di Agorà, la componente che un tempo dominava i berlusconiani locali, Fratelli d’Italia è alla prese con il “ritorno a casa” di Emanuele Antonelli, sindaco di Busto Arsizio alla ricerca di una squadra e di un’identità che gli permettano la rielezione; la Lega si dispone invece a riconquistare Varese lanciando candidata sindaco una donna, Barbara Bison. Quest’ultima, scelta dalla base leghista del capoluogo chiamata a un sondaggio serale che ha visto in lizza addirittura Bobo Maroni, considerato meno attrattivo dell’avvocatessa già sindaco di Gornate Olona.

Tutto possibile, ma anche no a un anno o poco meno dalle elezioni. Tutto suscettibile di modifiche in corsa per via di scenari essi stessi modificabili in un amen e di nomi che potrebbero non soddisfare le esigenze di uno schieramento composito, da riconsiderare nel merito tra qualche mese. Restiamo alla Lega di Varese. In un primo tempo il candidato sindaco sarebbe dovuto essere Matteo Bianchi, deputato e segretario provinciale del Carroccio, chiara indicazione di bandiera, benché autorevole, per mancanza di alternative. Ora spunta o, meglio, rispunta Barbara Bison. Dobbiamo credere sia la scelta definitiva? La sensazione è che la Lega, impegnata sabato 4 e domenica 5, nei gazebo per la raccolta di firme per alcune questioni di carattere nazionale, intenda opzionare senza se e senza ma il posto di primo cittadino a Palazzo Estense. Poi, caso mai, si vedrà se il candidato è quello giusto.

Nel mezzo ci sono le urne di fine settembre, appuntamento che, almeno sulla carta, nel Varesotto non rappresenterebbe un punto di svolta. Benché le sorprese siano sempre dietro l’angolo e il rinnovo di amministrazioni come a Somma Lombardo, Saronno, Luino e nella vicina Legnano nascondano per il centrodestra chiare insidie politiche da evitare. Da lì si potranno avere indicazioni più precise sulla tenuta elettorale dei partiti e, quindi, sulle nuove leadership locali. Per le quali faranno gioco pure i risultati nelle Regioni in cui si vota e, quindi, i contesti nazionali. Dove il centrodestra dà la sensazione di viaggiare compatto (la manifestazione romana di questa mattina, sabato 4, contro il governo lo confermerebbe), ma vive anche di sussulti e contromosse che potrebbero ridefinire gli attuali assetti, scombussolando le alleanze in periferia.

Insomma, di scontato non c’è nulla, persino l’annunciato (“e imminente”) approdo di Antonelli in grembo al partito di Giorgia Meloni non garantisce la sua ricandidatura a Busto Arsizio, dove è costretto a fronteggiare parecchi malumori sul suo modo di fare dispotico e dove la sezione leghista chiede di tornare al comando di Palazzo Gilardoni con un suo esponente dopo un’astinenza di tre lustri. Per non dire di Gallarate. Il sindaco Andrea Cassani gode dell’appoggio incondizionato della Lega, in ampia parte di Forza Italia e di Fratelli d’Italia. Ma su di lui pende il coinvolgimento nell’inchiesta Mensa dei poveri; i pm gli contestano reati marginali, una sorta di peccato veniale (presunta turbativa d’asta), comunque sufficiente a suscitare in futuro eventuali problemi, se mai qualcuno volesse suscitarne. Senza scordare che sullo sfondo si agitano Forza Italia e le liste civiche che da essa potrebbero derivare. Posizioni oggi marginali, le loro, ma necessarie per completare il quadro di riferimento elettorale. Conoscendo le loro mai sopite velleità c’è da aspettarsi qualche colpo di scena. Tutto questo per dire che soltanto la candidatura leghista a Varese è al momento sicura al cento per cento. Nome del candidato (o della candidata) a parte.

Comuni al voto, ma con scarso entusiasmo

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