Varese, Maroni strizza l’occhio al leghista rosso Marantelli. Ma lui non abbocca

VARESE Roberto Maroni, scherzando ma (forse) non troppo, ha detto di volere avere nella sua lista anche Daniele Marantelli per la corsa a sindaco a Palazzo Estense. Ma l’esponente piddino, che è anche un componente delle segretaria nazionale del Partito Democratico, davanti a quella che è suonata come una “proposta indecente”, anziché prenderla con filosofia si fa serio: «Non smentisco perché non c’è nulla da smentire e non commento poiché la mia storia politica e di partito credo che parli abbastanza chiaro».

Marantelli? Lo metterei nella mia squadra

Amicizia, politica e nipotini

Che tra Maroni e Marantelli ci sia stima e amicizia non è certo un segreto. Infatti né l’uno né l’altro lo negano. Un rapporto amicale che i percorsi politici dispiegati quasi sempre su fronti opposti non hanno mai messo in discussione. E forse per questo, ieri sera, lunedì 5 ottobre, quando nel cortile del Circolo di Bizzozero Bobo ha teso la mano al leghista rosso, a tutti il gesto è sembrato più un attestato di stima che una proposta semiseria. A tutti, ma a quanto pare non a Marantelli, il quale si è limitato a stoppare ogni commento in merito: «In questo momento ho la testa sul compito che mi è stato affidato, ovvero di responsabile nazionale delle politiche aeronautiche. E quando ho del tempo libero, e qui ha ragione Maroni, faccio il nonno ai miei due nipotini. E al maschietto sto anche cercando di insegnare come colpire al volo il pallone».

Federalista mai leghista

Banale? No, se queste affermazioni che appaiono più normali della normalità escono dalla bocca di Daniele Marantelli, una vita in politica, sempre coerentemente dalla stessa parte e sotto la medesima bandiera (pur nelle sue evoluzioni storiche) e con la forza di sostenere dentro al partito posizioni non semplici come quella federalista in anni in cui il tema era in maniera totalitaristica appannaggio della Lega.

Nascondere il pallone. Marantelli sa come si fa

E quindi dove starebbe la straordinarietà delle “banali” dichiarazioni dell’ex onorevole dem? Nel fatto che Marantelli conosce molto bene Roberto Maroni. E molto probabilmente ha capito al volo che quell’apparente innocuo apprezzamento è in realtà una pericolosa buccia di banana. Che Marantelli dribbla con abilità come se addosso avesse ancora la maglia del Varese.

Palla avvelenata

Già, perché Maroni, abile a giocare le partite politiche anche nella metà campo avversaria, nel dichiarare di volere come alleato Marantelli forse ha voluto seminare un po’ di zizzania, magari tra quei dem che hanno qualche motivo di insoddisfazione nei confronti dell’amministrazione uscente. E se così fosse, basterebbe una mezza parola, anche detta con il sorriso sulle labbra, per agitare le acque di uno stagno che, a guardarlo con poca attenzione, sono ferme.

Ora, nella politica varesina, da ieri ci sono solo due cose certe: la prima è che la campagna elettorale per certi versi già iniziata sarà ricca di insidie, soprattutto tra le fila amiche dove i concorrenti cercheranno di sparigliare e la seconda è che tutto ciò che verrà detto dai protagonisti sarà preso in maniera tremendamente seria. E non basterà il sorriso sulle labbra a trarre l’altro in inganno.

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