Varese, Mastini senza casa: «Palaghiaccio zero certezze. Andare avanti sarà dura»

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VARESE – «Il rischio più grosso è quello di veder andare a gambe all’aria tutto il movimento sportivo che gira attorno al ghiaccio», spiega il presidente dei Mastini Matteo Torchio al consigliere regionale della Lega Emanuele Monti. Attorno a loro, fuori dal palaghiaccio di via Albani ci sono una trentina di persone, uomini e donne, adulti e bambini. Età differenti, una passione che li unisce, ovvero l’hockey e una preoccupazione che li agita: «Da oggi a quando i lavori del palazzetto saranno ultimati dove andremo noi dell’hockey? – chiedono  e aggiungono – senza contare che la pista la usano anche atleti di altre società, che sono nelle stesso nostre condizioni. E poi c’è la piscina».

Ghiaccio bollente

L’appuntamento delle società sportive era per questa mattina, sabato 5 settembre, in via Albani, davanti al palaghiaccio chiuso perché inagibile. Non tutte erano presenti, ma tutte sono alle prese con il medesimo problema: organizzare la nuova stagione senza avere di fatto una “casa” dove poter gestire il già complesso post Covid.

A fare da portavoce per la situazione dei Mastini c’era il presidente Torchio: «Abbiamo giocato l’ultima partita il 7 marzo scorso. Da quella data non siamo più entrati al palazzetto. A inizio agosto abbiamo avuto un incontro con l’amministrazione, ma di notizie certe ne abbiamo in mano ben poche. Abbiamo sentito della volontà di costruire una pista di ghiaccio tra lo stadio e il palazzetto del basket dove c’è un campo a 11. Sembra ci sia già anche un preventivo dell’intervento e una ditta dell’Alto Adige. Ma non sappiamo altro».

E la più grande preoccupazione è che questa situazione di possibile nomadismo (nelle prossime settimane riprenderà la stagione e i Mastini dovrebbero traslocare a Milano) si prolunghi non per qualche mese, bensì per almeno un paio d’anni: «Sarebbe la morte – dicono alcuni presenti – nostra e delle società che utilizzano l’impianto. Le quali, a conti fatti, contano tutte insieme circa un migliaio di tesserati che ogni settimana che scendono in pista».

Il leghista Monti: «Eppure sapevano, non è una sorpresa»

Il consigliere Monti, e insieme a lui (seppur più defilati) il commissario cittadino della Lega Cristiano Angioy e Barbara Bison (che seppur con un profilo molto basso ha iniziato a girare e incontrare i varesini), ha dapprima ascoltato e poi dichiarato: «Il problema palaghiaccio non nasce mica da un giorno all’altro, eppure nel bilancio di previsione dell’anno scorso l’amministrazione Galimberti non ha destinato un euro. Nonostante Regione abbia già fatto arrivare copiose risorse (non finalizzate al palaghiaccio in sé, ma per altre opere ndr) a Palazzo Estense. Quindi non si dica che non ci sono i soldi».

E ancora: «Ci risulta che sia quasi impossibile fare una pista in pochi mesi. Il tema del Palaghiaccio non lo si scopre Mica a maggio scorso. Si poteva programmare per tempo: in bilancio di previsione non c’è un euro. Riuscire a capire cosa ha in mente l’amministrazione non è semplice. Dalle notizia che ho in mano pare che la struttura provvisoria sarà pronta entro dicembre. Tra meno di quattro mesi. La vedo dura, poiché pare che servano dai 500 mila al milione di euro e lavori di questa entità economica richiedono tempi amministrative piuttosto lunghi. Tanto più che a oggi a Palazzo Estense non c’è ombra di un documento o di un atto che testimoni che davvero l’iter sia partito»

La risposta di Palazzo Estense

E’ rapida la reazione del sindaco Davide Galimberti e dell’assessore Dino De Simone, i quali rispondono: «Apprendiamo con favore della disponibilità della Regione a investire nella pista provvisoria. Ma è giusto anche precisare che per la riqualificazione del palaghiaccio, che tutti sanno essere fatiscente da almeno 15 anni e della necessità di intervenire, la parte più consistente delle risorse le mette il Comune di Varese e lo Stato».

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