Varese, Monsignor Panighetti apre il Settenario dell’Addolarata in San Vittore

Da sinistra monsignor Panighetti e don Giuseppe Bianchi

VARESE – «Riscopriamo la preghiera come modalità concreta per vivere da discepoli di Gesù». E’ questo uno dei due obiettivi principali, ma non unici, per il nuovo anno pastorale indicati dal prevosto e decano di Varese, monsignor Luigi Panighetti, nel corso della solenne celebrazione eucaristica, nella basilica di San Vittore, che ha segnato l’inizio del Settenario dell’Addolorata.

Nuovo anno pastorale

«L’inizio del nuovo anno pastorale – ha esordito il prevosto – ci dice qualcosa di nuovo e manifesta la necessità di un rilancio, di un cambiamento. Deve essere caratterizzato – ha continuato – dal desiderio di rinnovare la nostra vita e di rinverdire le nostre comunità». Ricordando che il tema della preghiera è stato sottolineato anche dall’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, nella Proposta pastorale 2022-2023, monsignor Panighetti ha invitato la comunità cristiana varesina a «rinnovare la sua preghiera rendendola più profonda e più affettuosa nei confronti del Signore. Una preghiera – ha inoltre evidenziato che non sia solo personale ma anche comunitaria».

 Infine, il prevosto ha rivolto alla città un invito perché «noi non possiamo non pregare per la pace ancora gravemente minacciata in tante parti del mondo e pregare il Signore perché doni alla sua Chiesa vocazioni di speciale consacrazione. La Chiesa – ha concluso – ha bisogno di uomini e donne che si consacrano a Dio per servire Lui, la sua Chiesa e l’umanità».

Il don ingegnere

Ha concluso l’omelia Giuseppe Bianchi, uno degli undici giovani studenti del seminario arcivescovile di Venegono Inferiore che in mattinata (ieri giovedì 8 settembre), nel duomo di Milano, nel corso del pontificale della solennità della Natività della Beata Vergine Maria alla quale è dedicata la cattedrale, era stato ammesso agli ordini sacri dall’arcivescovo della diocesi ambrosiana. Il trentaduenne seminarista varesino, che si appresta ad iniziare il terzo anno di formazione teologica e che da ieri potrà vestire la talare e la cotta, anche se dai tempi del liceo ha vissuto un’esperienza di fede con il movimento di Comunione e liberazione, ha iniziato a maturare la propria vocazione sacerdotale solo quattro anni fa. Dopo aver conseguito la laurea in ingegneria civile al Politecnico di Milano, infatti, per due anni ha collaborato alla realizzazione della variante di valico, tra Bologna e Firenze, dell’autostrada A1 e, successivamente, per quattro anni ha lavorato in un’azienda meccanica di Busto Arsizio produttrice di macchinari tessili per finissaggio.