Varese, patronale di San Vittore. Il prevosto ai candidati: «Portate speranza»

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VARESE – «Sappiate interpretare le speranze che abbattono le illusioni e dare spazio ai desideri e ai progetti con atteggiamento altruistico, disinteressato, lungimirante, positivo e creativo». Con queste parole, questa mattina, sabato 8 maggio, nella basilica prepositurale, il prevosto e decano della città, monsignor Luigi Panighetti, si è rivolto a coloro che intendono candidarsi alle prossime elezioni amministrative che in autunno dovranno dare un nuovo governo alla città.

Affaticamento spirituale

All’omelia della messa solenne in occasione della festa patronale di San Vittore martire, il prevosto ha dapprima rilevato «Un affaticamento spirituale causato anche dal forte e drammatico impatto determinato, ormai da molti mesi, da un numero esorbitante di decessi».  «La pandemia – ha proseguito monsignor Panighetti – è tuttora molto seria e fonte di gravi preoccupazioni su svariati livelli, compreso quello spirituale. Molti si sentono demotivati, bloccati, quasi incapaci di reagire a causa del timore provocato dalla crudele malattia». Un quadro estremamente complesso fonte di «dolore, lacerazione, smarrimento e domande».

La società si trasformi

La tragedia che l’umanità sta vivendo – ha annotato il prevosto – «stimola un periodo di riflessione che chiede di sostituire un modello individualista e globalista che sta mostrando troppe disfunzioni e drammatici effetti collaterali». «E’ necessaria – ha evidenziato Panighetti – una trasformazione profonda che investa tutta la società civile incominciando dalla coscienza personale del soggetto». Ripartendo dalla consapevolezza delle dimensioni antropologiche della fragilità, del bisogno di cooperazione e della solidarietà, «c’è un vissuto spirituale da recuperare ed è più che mai necessario il dialogo, cioè un processo per il quale si impara a vivere uniti, rispettando le diversità».

La rinascita della città

«Un’amicizia sociale, favorita da una fruttuosa relazione tra etica pubblica e annuncio cristiano – ha suggerito il prevosto – può rappresentare il primo passo per una effettiva rinascita della città, non solo in termini sanitari, ma anche economici, sociali, culturali e spirituali». Concludendo il suo discorso, il prevosto ha esortato tutti all’impegno affinché «alle derive dell’individualismo faccia argine il principio del “dono di sé”» perché «questo è il tempo di una rinnovata e robusta fraternità fatta da relazioni vere, personali, in reciproco ascolto e cooperanti».

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