Varese, polemica a colpi di proverbi tra i consiglieri Boldetti (Orrigoni) e Fisco (Pd)

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VARESE – Polemica a colpi di detti popolari tra Luca Boldetti, consigliere della lista Orrigoni e Giacomo Fisco del Partito democratico. Oggetto del contendere: i progetti realizzati e i meriti da riconoscere o assegnare. Che per Boldetti sono di chi ha preceduto Galimberti, ovvero la giunta Fontana che ha “preparato il terreno”, mentre per Fisco sono dell’attuale amministrazione, «che ha fatto ciò che altri in 23 anni non riusciti ad avviare».

“L’imperatore” Fontana di Boldetti

Date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio”. Questa frase – sulla quale tutti i Cattolici impegnati in Politica dovrebbero riflettere e meditare con attenzione, ma non è questo il luogo e l’occasione – la prendo in prestito per formularne una simile: “date a questa amministrazione quel che è di questa amministrazione, e alla precedente quel che è della precedente”.

Mi spiego meglio. Il sindaco Galimberti, forse per l’avvicinarsi delle elezioni, ha iniziato il riepilogo delle grandi opere presentate o avviate negli anni del suo mandato, fatto assolutamente legittimo. Tuttavia, non può accaparrarsi i meriti sia dei progetti nati durante la precedente amministrazione, ma che hanno visto l’avvio dei cantieri adesso, sia di quelli presentati ora, ma che verranno eseguiti dopo le elezioni della Primavera 2021.

Porto alcuni esempi sulle opere dei privati (per le quali, a dirla tutta, non ci sono particolari meriti della Pubblica Amministrazione): la nuova Esselunga e gli interventi viabilistici connessi sono un progetto presentato quando c’era ancora il sindaco Fontana, al pari della riqualificazione di Villa Mylius (ad oggi ancora bloccata, tra l’altro, da questa maggioranza), mentre la recente proposta di riqualificare l’area ex Aermacchi è stata presentata durante il mandato del sindaco Galimberti, ma i lavori inizieranno sicuramente con la nuova consiliatura.

Stesso discorso può essere fatto sulle opere portate avanti direttamente dal Comune, spesso con il sostegno finanziario di Governo o Regione, aldilà del merito dei singoli progetti: l’intervento capillare per il passaggio all’illuminazione a Led, piuttosto che il park Sempione, sono frutto del lavoro di chi c’era prima di Galimberti, così come il piano stazioni è figlio della Giunta oggi in carica ma sarà completato dai loro successori, i quali mi auguro abbiano l’onestà di riconoscere i meriti di chi ha prodotto quella determinata opera e non si prendano solo gli onori e gli applausi al taglio del nastro.

Credo che in politica si debba ritrovare un po’ di quella onestà e riconoscimento del lavoro altrui che genera rispetto e non insopportabili battaglie tra tifoserie di partito, anche per rendere più credibili le Istituzioni che negli ultimi anni, se non decenni, sono state spesso ridotte a mezzo con il quale perseguire obiettivi personali e individualistici, senza anteporre il Bene comune e l’interesse della comunità.”

I buoni consigli del nonno di Fisco

Quello che puoi fare oggi non lo rimandare a domani” mi ripeteva sempre mio nonno, un uomo che era cresciuto durante la guerra e che aveva fatto del lavoro una vera e propria ragione di vita. A distanza di anni questo proverbio, riflettendoci, dovrebbe essere appeso nelle aule e nei palazzi dei consigli comunali, delle regioni e del parlamento. Ho letto, infatti, con estremo interesse l’intervento del collega consigliere comunale Luca Boldetti e ci tenevo a ringraziarlo per aver elencato tutte le opere che questa amministrazione è stata in grado di realizzare e programmare, sia in maniera autonoma e sia attraverso accordi con altri enti pubblici e privati. Solo per citarne alcune: illuminazione pubblica, parcheggio multipiano di Via Sempione, progetto stazioni, ristrutturazione della Villa Mylius, riqualificazione ex Aermacchi, Largo Flaiano, nuovo svincolo autostradale. Il collega ha sottolineato che diverse opere erano frutto dell’amministrazione precedente e che la politica deve imparare a dare a Cesare quel che è di Cesare. Penso che sia però compito della politica anche chiedersi: come mai Cesare non sia stato in grado di portare a compimento tutte queste opere nonostante i 23 anni di governo?

Davide Galimberti, a differenza di Cesare, è riuscito in soli 4 anni e 8 mesi e una pandemia globale di mezzo, a portare a compimento opere che la città di Varese attendeva da decenni e che si era stufata di leggere solamente sulla carta. E’ riduttivo e semplicistico ribadire che alcune di queste erano state pensate da qualcun altro, se poi non si ammette che i progetti e i lavori sono stati sistemati, ripensati e seguiti dall’amministrazione successiva. Per non parlare del tema delle risorse visto e considerato che questa amministrazione ha ereditato un bilancio con un buco di 8 milioni. La politica, soprattutto quella cittadina, non è un libro delle favole da riempire e mostrare in campagna elettorale. La politica è la capacità di dare risposte concrete nel presente e di progettare il futuro. Quello, che a mio avviso, l’amministrazione comunale sta facendo, senza rimandare a domani.

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