VISTO&RIVISTO Quando l’integrazione diventa l’unica strada da percorrere

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di Andrea Minchella

VISTO

LA VITA DAVANTI A SE’, di Edoardo Ponti (The Life Ahead, Italia 2020, 94 min., Netflix).

Remake dell’omonimo film francese del 1977, tratto dal romanzo del 1975 scritto da Romain Gary, questo secondo lungometraggio di Edoardo Ponti, prodotto dalla potente ed attenta Netflix, racconta delle diversità che, unite, diventano inevitabilmente una cosa sola. Racconta, con dolcezza e quasi sottovoce, di come le sofferenze si adagiano sulla nostra pelle e ci cambiano per sempre. Racconta di come, spesso, le famiglie siano dei raggruppamenti di persone che si vogliono bene, che antepongono ai canoni e ai codici un amore primordiale che lega indissolubilmente gli individui che ne fanno parte.

Ponti decide di sospendere questa bella storia di integrazione in una dimensione senza spazio e senza tempo. Per meglio spiegare quanto sia potente l’amore anche quando ci sono differenze di razza, di religione e di livello sociale, il regista incastra la vicenda in una città di mare, Bari, che difficilmente è riconoscibile. Ponti racconta una storia che potrebbe accadere negli anni 50, negli anni 70 oppure oggi, perché la storia che decide di narrare è una storia che si ripete all’infinito, fino a quando, almeno, nel mondo ci sarà la memoria e la consapevolezza che ogni essere umano ha il diritto di vivere.

La vicenda ruota attorno a Madame Rosa, una stanca ma tenace Sofia Loren, che accudisce nella sua gigantesca e vecchia casa i figli di altre prostitute che non possono occuparsi di loro. Ad un certo punto il dottor Cohen, un sempre penetrante Renato Carpentieri, le affida un bambino difficile, Momo, che subito si affeziona all’anziana donna. Sente subito che in quella “madre ritrovata”, stanca e severa, sia nascosto un calore ed un amore infinitamente avvolgente. Madame Rosa, reduce dall’Olocausto, a volte si ritira negli scantinati del palazzo dove vive, in cui ha costruito il suo piccolo “angolo della memoria”, dove non vuole che nessuno entri. Ben presto, però, i piccoli abitanti dell’appartamento di Rosa si renderanno conto che la donna nasconde dentro sé un segreto di dolore e sofferenza che la rende ancora più vicina e indispensabile per le loro esistenze fragili e sole.

Ponti decide di raccontarci, oggi, una storia di riscatto e delle opportunità che la vita continuamente ci regala. Questo film ci parla dell’abbandono, da cui nessuno è immune, e della possibilità di essere accolti da persone che non ci aspetteremmo tanto buone e disponibili. La cura che abbiamo nei confronti di qualcuno, che sia o no un nostro familiare, diventa la linfa vitale per un mondo che, ancora oggi, fa dei pericolosi distinguo in base alla razza, alla religione, alla provenienza geografica, nei confronti di migliaia di individui che decidono di abbandonare le loro terre, massacrate da guerre e violenze, per raggiunger luoghi realmente più pacifici e più democratici. L’integrazione, necessaria e vitale per il mondo moderno, avviene solo con la volontà e la perseveranza di tanti cittadini che vanno al di là degli slogan politici e cercano concretamente di convivere con la diversità, per costruire la società moderna ideale, fluida e pronta ad accogliere chiunque ne voglia far parte.

Scritto insieme al bravissimo e prolifico Ugo Chiti, questo “La Vita Davanti a Sé” si poggia, appunto, su una sceneggiatura semplice e sussurrata, ed un ritmo lineare e mai sbavato. Ponti, dopo il convincente “Strange Hearts” del 2002, confeziona un prodotto che ben si adatta alla piattaforma Netflix, attenta e pronta a raccontare ogni sfaccettatura della società contemporanea.

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RIVISTO

LA CIOCIARA, di Vittorio De Sica (Italia-Francia 1960, 100 min.).

La consacrazione mondiale della brava Sofia Loren che, con questo potente film di Vittorio De Sica, convince tutto il mondo che è in grado di interpretare anche ruoli drammatici. Tratto da romanzo di Alberto Moravia, questo potente e crudo “La Ciociara” diventa un necessario e struggente spaccato dell’Italia in guerra, e di tutte le tragedie legate ad una guerra.

Un paese, l’Italia del film, che non viene risparmiato da niente e da nessuno. Troviamo un’Italia martoriata dai bombardamenti e dalle violenze gratuite che ognuno credeva di avere il diritto di perpetrare. Un capolavoro assoluto da riscoprire per apprezzarne la modernità dello stile.

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