La crisi di Malpensa allarma gli industriali. Grassi: «Una bomba occupazionale»

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Nella foto il presidente Univa Roberto Grassi

MALPENSA – «Una bomba occupazionale e sociale che ha rari omologhi in Italia». Così il presidente dell’Unione degli Industriali della provincia di Varese, Roberto Grassi, definisce la situazione di Malpensa in una dichiarazione riportata dal “Corriere della Sera” di oggi, 20 novembre. I 40mila lavoratori, tra diretti e indotto, attualmente fermi, dopo che il nuovo lockdown ha ridotto ancora una volta al lumicino il traffico dello scalo, preoccupano il numero uno dell’Univa, che ha sempre tenuto in grande considerazione l’importanza dello sviluppo dell’aeroporto per la crescita del territorio, e non solo. Si leva così un altro grido d’allarme sulla tenuta di uno degli asset occupazionali più importanti della provincia di Varese.

Malpensa, allarme dei sindacati: «A rischio i lavoratori più anziani»

L’interrogazione in Europa

malpensa crisi lavoro donne tovaglieriIl tema del rilancio degli aeroporti viene portato all’attenzione della Commissione europea da un’interrogazione del gruppo della Lega all’Europarlamento, che vede come prima firmataria la deputata di Busto Arsizio Isabella Tovaglieri: «Gli aeroporti stanno attraversando una situazione di grave crisi causata anche dalle scelte sbagliate e poco lungimiranti dell’Ue e del Governo italiano – dichiarano Tovaglieri, il capodelegazione Campomenosi e gli altri firmatari – l’EIB Group Climate Bank Roadmap 2021-25 parla di “mancanza di chiarezza” per la decarbonizzazione del settore aviazione e degli aeroporti, il Qfp (Quadro finanziario pluriennale della UE, ndr) ridurrà notevolmente la possibilità di finanziare gli scali, mentre la Bei prevede di escludere dai finanziamenti l’espansione di capacità aeroportuale. Negli ultimi anni gli aeroporti hanno fatto coraggiosi investimenti, che rischiano ora di essere compromessi dalla diminuzione dei passeggeri e da politiche europee sempre più restrittive. Abbiamo presentato un’interrogazione alla Commissione Europea per chiedere chiarimenti su queste scelte penalizzanti per gli aeroporti, in che modo e quali strumenti finanziari siano previsti per la crescita e la ripresa delle attività aeroportuali post-Covid e affinché le espansioni di capacità per il cargo possano essere escluse dalle limitazioni ai finanziamenti. Serve un netto cambio di rotta nelle politiche di Governo e Ue, per tutelare tutti gli attori del comparto dell’aviazione e rilanciare il settore del trasporto aereo in Italia e in tutto il continente».

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