VARESE – Alle prime ore di questa mattina, mercoledì 2 novembre, a Varese, Gazzada Schianno e Porto Ceresio, i Carabinieri della Compagnia di Varese hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misure cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Varese, su richiesta della Procura, nei confronti di 4 persone, italiane, ritenute gravemente indiziate, a vario titolo e in concorso tra loro, dei reati di importazione, trasporto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti (marijuana, hashish e cocaina).
Varese, Gazzada e Porto Ceresio
Di questi, 2 sono state destinatarie di custodia in carcere e 2 sottoposte alla misura degli arresti
domiciliari. Il provvedimento scaturisce dagli accertamenti avviati dalla stazione dei carabinieri di Azzate, già a partire dal mese di marzo 2021, a seguito di un’informativa circa l’esistenza di un fiorente e lucroso spaccio di stupefacenti a Gazzada Schianno.
Maxi sequestro
Le attività d’indagine, oltre ad avvalorare l’originaria ipotesi investigativa, hanno quindi consentito di: delineare il modus operandi del sodalizio criminale che, attraverso plurimi viaggi (ne sono emersi 6
tra maggio/novembre 2021), aveva importato consistenti carichi di marijuana e hashish dalla Spagna,
nascondendo la droga in doppi fondi ricavati su carrelli, rimorchi o barche. Al rientro in Italia
la droga veniva poi divisa con altri soggetti. Proprio di ritorno da uno di questi viaggi, nella notte tra
il 19 e 20 novembre 2021, a Gazzada Schianno è stato arrestato in flagranza di reato uno degli
indagati, tuttora in carcere, che, alla guida di un furgone con rimorchio, era stato trovato in
possesso di 75 confezioni di marijuana per un peso complessivo di 83 chili e 240 panetti di hashish
pari a 140 chili.
Arresti e denunce
Gli inquirenti hanno arrestato in flagranza di reato due persone, bloccate mentre finalizzavano una compravendita di stupefacente, sequestrando 650 grammi di hashish lo scorso 28 gennaio; è stata inoltre localizzata e smantellata una coltivazione in serra di 253 piante di marijuana dell’altezza di circa un metro, arrestando altresì in flagranza il responsabile lo scorso 12 marzo. Inoltre, insieme alle persone destinatarie delle misure cautelari, ne risultano indagate in stato di libertà ulteriori 4 che hanno concorso nei fatti descritti a vario titolo.