La vita è un numero: a Velate l’omaggio a Fibonacci con la mostra di Piccaia

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VARESE – Inclusa nel palinsesto di esposizioni varesine “Immaginari: Arte e Scienza”, la mostra di Giorgio Piccaia “Omaggio a Fibonacci”, che si terrà nel Battistero di Velate dal 6 al 21 novembre, rimette al centro del dibattito culturale il nostro essere in questo mondo e le possibilità offerte dalla scienza, che non sarebbe come la conosciamo oggi se nel 1200 Leonardo Pisano – questo era il suo vero nome – non avesse cercato oltre i propri confini, se non si fosse convinto dell’utilità di sistemi numerici basati sullo zero, che allora non esistevano in Europa ma erano già adottati in India e in Arabia.

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La rappresentazione dell’infinito in natura

La sequenza numerica di Fibonacci, e la sua forma in geometria detta “proporzione aurea”, governa con estrema precisione il riferimento universale della bellezza, dell’armonia, della verità. Alla base della perfezione che esiste in natura, e di ciò che possiamo costruire a partire da essa, vi è un numero. La vita stessa è un numero. «A distanza di nove secoli la fascinazione per i numeri regolati dalla proporzione aurea torna nell’arte di Giorgio Piccaia», sottolinea la curatrice Carla Tocchetti. «Attraverso forma, colore e segno, l’artista restituisce al suo pubblico il senso della ricerca del matematico pisano: il battito dell’universo, la rappresentazione di infinito in natura che rende trascendente anche l’umanità».
L’esposizione, che si inaugura sabato 6 novembre alle 16 al Teatro Oratorio di Velate con interventi del maestro Marta Rovera, docente Cfm al flauto e di Sergio di Siero, direttore artistico di Somsart, è accompagnata da una preziosa brochure che ospita contributi di esperti in differenti discipline: dal critico d’arte Luca Beatrice, al filosofo Claudio Bonvecchio, all’ambasciatore Gianpaolo Cantini, al matematico universitario Daniele Cassani, al giornalista Francesco Cevasco, a Stefano Cordero di Montezemolo esperto internazionale di economia, e Luca Maria Gambardella professore ordinario dell’Usi per l’Innovazione.

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La sequenza e i maestri della musica del Novecento

I numeri di Fibonacci hanno influenzato ambiti assai diversi, legati alla scienza: oltre alla matematica altri legami sono evidenti con la fisica, la biologia, la cristallografia, l’economia, l’elettrotecnica, l’informatica. Inoltre molti maestri della musica del Novecento, tra cui Stravinsky, Stockhausen, Nono, Bartok, Debussy, sembrano fare riferimenti diretti proprio alla sequenza di Fibonacci. Proprio questo sarà l’oggetto dell’approfondimento “Quando l’arte incontra la musica: omaggio a Fibonacci”, evento speciale di conferenza e ascolto a cura del Centro Formazione Musicale che domenica 21 novembre si terrà alle 18 nella sua sede di via Parietti a Barasso con Piccaia e il maestro Federico Melis. L’ingresso alla mostra, che sarà aperta sabato e domenica dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 18 (infrasettimanalmente è possibile accordarsi inviando un’e-mail a battisterodivelate@gmail.com), è libero con obbligo di green pass. Per il vernissage i posti sono limitati, è consigliata l’iscrizione a EventBrite.

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L’arte e l’identità dell’uomo nell’universo

Giorgio Piccaia, ginevrino di origine ma orgogliosamente italiano e cittadino del mondo, ha lavorato per mesi intorno al tema di Fibonacci. Dopo una felice anticipazione alla prestigiosa manifestazione WopArt a Lugano 2019, una seconda fortunata mostra svizzera, ripetutamente prolungata a Chiasso, a Varese arriva la prima edizione italiana di “Omaggio a Fibonacci”, con nuovi elementi e nuovi supporti, dalla carta intelata al plexiglas. «Nell’apparente caos delle cifre di Piccaia emerge anche il “non ti scordar di me”: punte d’oro e petali bianchi, come numeri e segni nella tradizione indo-araba, possono trasportarci all’infinito, verso un futuro da costruire, ma possono riportarci anche indietro, alle origini dell’uomo, all’origine di noi stessi. Tramite piccoli tocchi di pennello o assenza di tocchi, a simboleggiare pieni e spazi, ma anche silenzi e risposte, Piccaia dischiude il mistero della sequenza di Fibonacci. Il ritmo regolare di un respiro muove l’intero universo e continuerà a fluire sempre, anche se non ne conosciamo pienamente le dinamiche. E l’arte di Piccaia sottolinea, con la sua essenzialità espressiva, l’identità dell’uomo nell’universo».

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