L’INCORNATA – Scintille Tavecchio-Ventura, ma sono loro i colpevoli di questa Italia

Tavecchio-ventura

Più si avvicina l’appuntamento con il mondiale e più ci si renderà conto di quanto sia grave, sportivamente drammatica l’assenza dell’Italia dalla rassegna. Una debacle enorme che ha segnato il movimento calcistico dando una dimensione di crisi generale a un paese che in questi giorni sta affrontando problemi ben più seri. Ma se lo specchio del paese riflette anche immagini che arrivano dal campo di calcio, c’è da arrossire su diversi fronti. Quella tragicomica eliminazione dal mondiale contro la caparbia e generosa, e nulla più, Svezia, è tornata a essere in questi giorni di strettissima attualità. Le ultime parole di Tavecchio, ex presidente Federale, che hanno smentito le presunte dimissioni di Ventura, avranno fatto alzare la temperatura a tutti gli appassionati che avrebbero voluto gustarsi la nazionale azzurra al mondiale e che invece saranno costretti a seguire l’appuntamento orfani della propria squadra del cuore. Almeno per un mese le immagini degli Azzurri avrebbero oscurato, quantomeno a singhiozzi, i “faccioni” di Di Maio, Salvini, Berlusconi e Renzi, tutti impegnati in una lunghissima ed estenuante campagna elettorale estiva. Ma l’ormai ribattezzato “Sventura” ha tolto agli appassionati anche questo piccolo sollievo. In Russia, tra poco, il tricolore non sventolerà ed è tutta colpa di una serie di giocatori inadeguati, di un ex presidente senza polso e di un allenatore, presuntuoso nelle scelte, improvvisato nella dimensione internazionale nella quale era stato proiettato, oltre che totalmente impreparato a un certo tipo di livello calcistico. Che non abbia rassegnato le dimissioni, intascando tutti i soldi del proprio compenso pur avendo fallito l’obiettivo minimo non è fastidioso, o lo è solo in parte, ma averci portato nell’umiliante recinto degli esclusi, questo sì, è molto fastidioso. Doloroso. E’ riuscito in un’impresa, quella di finire fuori dal mondiale, confezionata solo da un altro allenatore in quasi cento anni di storia azzurra. Merita pernacchie eterne. E’ riuscito nell’impresa, però, di accattivarsi più antipatie di chiunque altro, tanto da innescare lo zapping facile quando il “faccione” dello sventurato compare in video. E’ tale il fallimento storico da relegarlo nell’anonimato assoluto, confidando che a nessun club venga più in mente l’idea di ricollocarlo su una panchina. Più il mondiale si avvicina e più certe sensazioni si ravvivano. Solo quando le partite inizieranno, sarà davvero chiara la portata dell’immenso fallimento e del grande dolore che lo sventurato appassionato azzurro avvertirà, guardando gli altri giocare al nostro posto.

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