Medici di base in calo, Monti: «Vergiate dimostri di avere strumenti vantaggiosi»

Emanuele Monti

VERGIATE – Attivazione e attrattività. Attivarsi con Ats, il dipartimento di cure primarie e l’accademia di formazione. Essere attrattivo, cioè «creare le condizioni in modo che Vergiate possa dimostrare di avere strumenti vantaggiosi per i medici di base». Così Emanuele Monti, presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia. La difficile situazione che il paese amministrato da Daniele Parrino sta affrontando è ormai nota: i medici diminuiscono a vista d’occhio, mentre aumenta la preoccupazione tra i cittadini che rischiano di perdere il loro punto di riferimento per le consultazioni. Una conseguenza, questa, ai «dieci anni di tagli lineari sul personale sanitario». A cui è necessario trovare una soluzione.

Le mosse da compiere

Le mosse da compiere, tra cui attivarsi con Ats e il dipartimento di cure primarie, include anche l’accademia di formazione, così da «riuscire a coinvolgere i medici che stanno attualmente terminando il loro periodo formativo», spiega il consigliere regionale della Lega. E, in questo modo, «poter essere integrati sul territorio di Vergiate». A questo si aggiunge il compito da parte dell’amministrazione comunale «di creare condizioni che abbiano un effetto positivo, dimostrando che Vergiate dispone di strumenti vantaggiosi per i medici di medicina generale». Fra gli esempi, «mettere a disposizione ambulatori gratuitamente o offrire strumenti a sostegno dei medici». In questo senso, Monti cita la legge regionale 22 del 2021, che riguarda il potenziamento della sanità lombarda. E che «stanzia strumenti concreti proprio a favore delle cure primarie e dei medici di base». Un modo per dire che «è importante sottolineare, per una visione prospettica, questo intervento di Regione Lombardia».

Il contesto

Una questione, quella vergiatese, che fa parte di un problema più ampio. «Bisogna contestualizzare», dice Monti. «Arriviamo da dieci anni di tagli lineari sul personale sanitario, soprattutto sui medici di medicina generale». In Lombardia, «questo significa meno mille medici di base». E aggiunge: «Il loro numero è definito a livello ministeriale, con un meccanismo di borse di studio. Parliamo di un taglio che è partito con un processo di sostituzione di dottori che è inferiore al numero di pensionamenti. Anno su anno, dal 2014 in avanti». Da qui, le azioni di Regione, che «ha fatto il possibile per creare le condizioni utili e supplire a questa mancanza, che incide in particolare sulla Lombardia».

Gli interventi

Lo «sforzo» del consiglio regionale, passa per più punti. A partire con il «dare la possibilità ai tirocinanti, cioè i giovani che dopo la laurea fanno i tre anni di corso di specializzazione di medicina generale, di poter prendersi carico degli ambiti carenti». Ma anche di «chiedere al governo di alzare il limite dei loro assistiti, da 650 a mille». Questo perché, «lo stimolo è di lavorare all’interno di una medicina in rete, per permette una copertura maggiore del territorio».

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