Via alle «deportazioni» di conigli dal Parco Alto Milanese. Insorgono gli animalisti

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LEGNANO – Insorgono gli animalisti contro le «deportazioni» dei conigli nel Parco Alto Milanese (nella foto). Da questa settimana, accusano le associazioni per la tutela degli animali, cominceranno i prelievi della fauna in eccesso nel parco, stimata in 4.000 esemplari e destinata alla morte, dopo la riunione della scorsa settimana con l’ente gestore e gli agricoltori. Riunione che non ha per nulla soddisfatto alcuni partecipanti, a partire da Valerio Vassallo, presidente nazionale di Meta-Movimento etico tutela animali e ambiente.

Vassallo (Meta): «Animali destinati a morire»

«Catturare e spostare gli animali in altre aree, dove diventeranno bersaglio dei cacciatori, non è la soluzione – taglia corto Vassallo – Va bene tutelare agricoltori e allevatori, ma portare via i conigli a queste condizioni vìola la legge; senza parlare delle lepri, allontanate dal conflitto alimentare con i conigli ma che andrebbero anch’esse tutelate. Questa operazione è un grande bluff. L’ente parco – incalza Vassallo – si è sempre avvalso dei cacciatori abilitati e con le reti; la cattura col furetto invece ucciderà i cuccioli nelle tane, esponendo alla denuncia per maltrattamenti e uccisione di animali».

Come soluzione, Meta propone di portarli nei suoi rifugi, ma si dice pronta a discutere «seriamente e senza favorire solo alcune parti, come i cacciatori, sulla gestione di questi animali, altrimenti destinati comunque a morire. Il problema – rimarca il movimento – è grosso anche per alcuni vuoti di legge nella tutela degli animali selvatici».

Caci (Lav): «Enti pubblici complici dello sterminio»

Da parte sua, la Lav-Lega anti vivisezione deplora oggi, lunedì 7 febbraio, l’inizio delle «deportazioni dei conigli e delle minilepri dal Parco Alto Milanese. I cacciatori staneranno i lagomorfi tramite i furetti, li cattureranno e li deporteranno in aree esterne al Pam, da cui si irradieranno nei luoghi dove è possibile cacciare e verranno pertanto sterminati durante la stagione venatoria. Il Pam a parole dichiara di voler dialogare con le associazioni animaliste, in realtà è già stato tutto deciso da tempo. Se il Pam avesse davvero voluto ascoltarci ci avrebbe convocati almeno a settembre, non una settimana prima dell’inizio delle catture.

«Del resto – prosegue Francesco Caci, responsabile Lav Varese-Busto Arsizio – il consulente faunistico del Pam, Carlo Lombardi, è giunto alla conclusione immediata che non ci sono alternative al prelievo dei lagomorfi, senza avere prima tentato di applicare soluzioni non cruente come sarebbe previsto dalla normativa, ma affermando semplicemente che tali metodi (recinzioni in particolare) non siano applicabili. Nemmeno la nostra proposta di riduzione del danno, ossia la indicazione di aree di rilascio da parte delle associazioni animaliste e non da parte dei cacciatori è stata accolta: Lombardi ha indicato come auspicabili proprio le aree cacciabili in modo tale che venga “controllata” (leggi “sterminata”) la popolazione di conigli e minilepri. Il Parco Alto Milanese continua sostanzialmente ad essere utilizzato dai cacciatori come un allevamento di selvaggina da sterminare a costo zero, con la compiacenza del Pam, dei Comuni di Busto Arsizio, Castellanza e Legnano, della Provincia di Varese, della Città Metropolitana di Milano e della Regione Lombardia».

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