ISPRA – Si snoda lungo la route nationale n. 7, strada che dalla capitale Antananarivo si dirige verso il sud del Madagascar, la quarta puntata di “In viaggio col mercante”: la serie creata da Giancarlo Samaritani, ad di Chicco d’Oro Italia, e dalla moglie Silvia Minella per raccontare la vita e le tradizioni delle comunità rurali che vivono nel Sud del mondo, conduce alla scoperta di «un territorio che vanta una biodiversità straordinaria e specie autoctone uniche, tanto da potersi considerare un vero e proprio continente».
Riso e seta selvaggia
Tra i prodotti agricoli dell’isola ci sono vaniglia, caffè, ma soprattutto riso: «È il più diffuso e rappresenta l’alimento principale. Per gli abitanti è un cibo fondamentale, che consumano al mattino, a mezzogiorno, alla sera e in qualunque momento della giornata», ha spiegato Samaritani. «Fa parte, in quantità abbondante, di ogni pasto del vero malgascio: ci sono infatti innumerevoli coltivazioni gestite da famiglie per il loro fabbisogno o per il commercio». Una peculiarità del luogo è anche la seta selvaggia: la sua lavorazione è gestita da piccole cooperative, spesso interamente formate da donne. Trattandosi di un Paese abbastanza turistico la vendita dei manufatti consente di sostenersi, garantendo loro un’indipendenza economica».
Rubare uno zebù come atto di coraggio
Oltre alla route nationale n. 7 c’è anche la n. 5, che si spinge a nord: «È lunga oltre 400 chilometri ma è praticamente nelle condizioni di una pista. Per il resto in Magadascar ci sono poche strade e più volte la nostra jeep è rimasta bloccata nel fango a causa della pioggia. Non ce l’avremmo fatta senza l’intervento dei contadini: ci hanno aiutati con i loro zebù, che sono un po’ l’animale simbolo dell’isola, parte integrante della cultura locale. Sono utilizzati per agricoltura, trasporto, cibo fino ai sacrifici nelle cerimonie. Ci sono tribù che ne possiedono mandrie enormi; in certi villaggi, se un giovane vuole sposarsi, esiste l’usanza di andare a rubare un capo per dimostrare il proprio coraggio».
Il Tromba e i consigli degli spiriti
Tra le tradizioni malgasce rientrano le tombe provvisorie e i rituali incentrati sui Tromba: «Secondo la credenza, diffusa soprattutto nei territori Sakalava e Massikoro, sono figure che possono mettersi in contatto con l’aldilà. Quando vengono posseduti fanno da tramite affinché gli antenati, spesso di stirpe reale, possano trasmettere ancora i loro messaggi alla popolazione. Si tratta quindi di medium molto temuti e ascoltati, in grado di influire sulle decisioni politiche e militari: quanto più è antico e potente chi parla, tanto più le sue parole sono inappellabili. Il medium che abbiamo visto nel 2014 ha radunato un centinaio di persone in un’enorme grotta e, dopo essere salito su una stalagmite, è stato toccato dallo spirito di una regina: cambiando voce e comportamento ha comunicato loro i suoi consigli su varie questioni».
