ISPRA – Un grande viaggio in Africa, alla scoperta delle origini del caffè: Giancarlo Samaritani e Silvia Minella hanno ripercorso insieme le tracce degli antichi mercanti per conoscere il popolo Oromo, nei territori in cui la pianta cresce ancora spontanea e selvatica, legandosi in modo indissolubile alla natura e alla cultura locale. Da dicembre “Etiopia, la terra del caffè”, il documentario da loro realizzato nell’ambito della serie “In viaggio col mercante” e distribuito da Direct to Digital, è disponibile su Prime Video e Apple TV.
Dare un volto ai popoli che coltivano caffè, cacao e tè
«L’idea di raccontare storie di viaggio e di avventura legate da un filo conduttore rappresentato dal caffè è nata diversi anni fa, quando per la prima volta sono entrato in contatto con le comunità di contadini in luoghi lontani», ha spiegato l’ad di Chicco d’Oro Italia. Ha avuto così origine la collana di libri e documentari intitolata “In viaggio col mercante” e firmata da Samaritani e Minella, che ha lo scopo di far conoscere le origini geografiche del caffè, i territori ed i popoli che ne fanno parte.
«È una delle bevande più consumate al mondo, fa parte delle abitudini di innumerevoli famiglie, movimenta cifre d’affari miliardarie e crea occupazione per milioni di persone; tuttavia poco si conosce delle sue origini, e del legame esistente tra la terra e la tazzina. Così nei panni del “mercante” ho iniziato a visitare molti paesi nel Sud del mondo per raccogliere documenti utili alla realizzazione di reportage e documentari e per dare un volto ai popoli che abitano i territori dove si coltivano il caffè, il cacao e il tè».
La regione una volta conosciuta come Kaffa
«L’Etiopia rappresenta il punto di partenza della serie, perché proprio sul vasto altopiano etiope a sud-ovest di Addis Abeba si trova la regione Oromia un tempo nota come Kaffa, la cittadina di Jimma, che ne è il capoluogo, e la nostra meta da raggiungere, il piccolissimo villaggio di Bonga. Immerso nella foresta pluviale, è il luogo dove gli esperti sostengono che la pianta di caffè arabica abbia avuto origine, e dove tuttora suoi esemplari selvatici crescono spontaneamente, mantenendo inalterate le caratteristiche originarie, preservate dagli alberi di alto fusto della foresta».
Dal 2010 è un’area protetta e non sono permessi interventi, salvo la raccolta manuale dei frutti da parte degli abitanti: «Questa è la storia che ho voluto raccontare, il viaggio sulle piste africane, l’incontro con le comunità locali, la testimonianza del loro lavoro, l’orgoglio dei contadini e i rituali di accoglienza. Spero che dopo la visione di questo film la tazzina di caffè, che tutti noi consumiamo distrattamente in diversi momenti della giornata, possa assumere un nuovo consapevole gusto».
Come ha raccontato Samaritani, l’organizzazione di questo avventuroso viaggio ha richiesto molte energie: «L’equipe in partenza dall’Italia era composta oltre che da me, regista e produttore, e mia moglie, direttore della fotografia, da Luca Bugelli, fotografo e cameraman, e da Maurizio Gorla, cameraman e assistente di produzione. Una volta giunti in Etiopia si sono aggiunti Ashenafi Demoz, ottimo mediatore culturale, e i fidati autisti Buzayehu e Tesfaye. La colonna sonora contiene un brano originale composto dal musicista Francesco Benelli».
