Cittadini responsabili, la politica invece no

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E’ cominciato il secondo tempo della battaglia all’epidemia nel nostro Paese. Le autorità, a partire dal premier Giuseppe (Giuseppi?) Conte, ci invitano a rispettare regole e comportamenti adeguati onde scongiurare il riaccendersi di focolai. La cosiddetta Fase 2 è ritenuta dagli esperti decisiva per la futura scomparsa o, quanto meno, per un cospicuo ridimensionamento del virus. Col quale dovremo imparare a convivere finché non si troverà una cura efficace o un vaccino.

Sinora pare che gli italiani, perlomeno nella stragrande maggioranza, abbiano recepito il messaggio con una condotta secondo le indicazioni universalmente note. C’è da essere soddisfatti? La risposta non può essere immediata, ci vorrà del tempo per capire se, come recita il più abusato degli slogan, tutto andrà bene. Anche se fino a questo momento, pleonastico ripeterlo, tutto è andato male.

Chi non ha capito la lezione sono i politici, ai quali la responsabilità comportamentale è venuta meno fin da subito. Chiedono a noi cittadini di non derogare alle norme, ma sono i primi a disattenderle. Quanto meno in funzione della necessità di evitare nel presente e nel prossimo futuro le solite contrapposizioni che non portano a nulla di concreto se non a una sfiducia sempre più diffusa verso di loro. Sono settimane che si combattono l’uno contro l’altro, nel tentativo di ottenere consensi anche nel mezzo della burrasca sanitaria, come se non ci fosse un domani. Uno spettacolo inguardabile da destra a sinistra, dentro la stessa maggioranza giallorossa e tra le opposizioni, tra di esse e la maggioranza. Ragioni e torti si sovrappongono senza soluzione di continuità, con scambi di accuse che hanno l’unico effetto di aumentare la confusione. E le preoccupazioni collettive che, al contrario, richiedono rassicurazioni e sintesi.

Il punto è che le liti della politica non riguardano soltanto i livelli superiori, ma si ritrovano in periferia. Anche in alcune città del nostro territorio, orfane di vere leadership, con amministrazioni assediate dalla politica politicante di classi dirigenti assolutamente inadeguate alla bisogna. Gli esempi si sprecano (vogliamo parlare di Busto Arsizio?)  e se provassimo a documentare i vuoti amministrativi e politici dovremmo dilungarci all’infinito.

Questo per dire che se è vero che dobbiamo comportarci da cittadini responsabili, non riusciamo a riservare eccessiva fiducia in chi ci governa, a Roma come in provincia. Certo, il loro obiettivo dichiarato è la salvaguardia della salute pubblica. Quello più recondito è sostenuto dalla propaganda a cui si affidano: l’ottenimento del consenso. Sulle spalle anche di chi si ammala e, magari, muore. L’unica speranza è riposta nella scienza e, secondo alcuni virologi, nella possibilità che il virus a un certo punto si eclissi da solo. Lasciando la politica a contorcersi su sé stessa.

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