VISTO&RIVISTO Il vero termometro di un’Italia che non sa più prendersi in giro

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di Andrea Minchella

VISTO

STRAPPARE LUNGO I BORDI, di Zerocalcare (Italia 2021, 6x 16-22 min., Netflix).

Ci voleva un visionario di provincia per creare una delle produzioni italiane più efficaci e vere degli ultimi anni. Poco importa se “Strappare lungo i bordi” sia una serie animata, ciò che conta e che rimane sono la scrittura e le immagini che insieme danno vita ad un racconto sincero, innovativo e che sa in maniera sorprendente cristallizzare il senso di smarrimento di un’intera generazione. La generazione di Michele Rech, in arte Zerocalcare, è un’immensa massa multiforme che viene sempre stigmatizzata e denigrata da molti,  ma mai messa al centro della politica o della società. Un’infinita schiera di “non più giovani” che dell’incertezza e della sospensione hanno fatto le colonne portanti del loro “modus vivendi”.

Zerocalcare, che aveva già creato durante il primo duro “Lockdown” una serie di fumetti animati trasmessi a “Propaganda Live”, decide di realizzare un progetto finito e indipendente da proporre a Netflix. In poche ore dall’uscita, “Strappare lungo i bordi” è diventata la produzione Netflix più vista e più commentata.

Zerocalcare, da artista di nicchia e poco visibile, si trasforma, suo malgrado, in una delle “facce” più note e più seguite dello spettacolo. Seppur il pubblico della serie è più giovane ed eterogeneo di quello che segue la TV generalista, il botto che la serie di Zerocalcare produce nell’opinione pubblica è potente e rumoroso. E, come di consueto accade per le “cose” di successo, anche in questo caso le polemiche sterili e strumentali non mancano di emergere per, alla fine, avere l’effetto contrario: aumentare la curiosità e, dunque, allargare la forbice del pubblico che, di corsa, cerca e guarda la serie di Netflix.

Il romanesco che Zerocalcare decide, giustamente, di adottare come lingua corrente della produzione fa storcere il naso a chi trova un pretesto al giorno pur di diffondere la propria opinione. Il romanesco di “Strappare lungo i bordi” sta alla sua produzione come l’aramaico sta alla produzione di “The Passion” di Mel Gibson. Ovviamente anche nel caso del crudo racconto di Gibson su Gesù ci furono voci assordanti ma presto svanite sull’inopportunità di realizzare un film moderno utilizzando una lingua arcaica. Inutile dire che “The Passion” fu un successo planetario per quell’anno, incassando parecchi milioni di dollari in tutto il mondo.  “Strappare lungo i bordi” è una sincera e profonda analisi di un giovane che cerca la sua strada in un mondo frenetico e diviso tra mille fazioni culturali, sociali, religiose, sportive e molte altre.

Proprio in una Roma simbolo di queste divisioni, in un quartiere, Rebibbia, che brulica di sentimenti contrapposti, il protagonista vive le vicende semplici ma evocative che diventano il collante dell’intera vicenda. Tra scene oniriche e situazioni assurde che fanno ridere con le lacrime, la narrazione si fa spazio tra un necessario, e comprensibilissimo, romanesco ed una presenza terapeutica ed assurda della coscienza di Zerocalcare, un armadillo sincero e volgare che ha la voce di Valerio Mastandrea. Come il grillo parlante di Pinocchio, qui l’armadillo cerca di consigliare sempre nella maniera più schietta e dissacrante un sensibile e riservato, forse troppo, Zerocalcare.

Questo rapporto simbiotico trasforma la visione della serie in un’esperienza unica e a tratti esageratamente comica. La sincerità della scrittura emerge ed avvolge l’intera produzione rendendo il protagonista come il nostro alter ego. Insieme a Zerocalcare si muovono pochi ma ben scolpiti personaggi che riprendono i veri amici di Michele Rech che hanno caratterizzato i momenti reali della vita del fumettista.

“Strappare lungo i bordi” diventa un prodotto di successo e di qualità perché sa mischiare la comicità assurda e sconcertante propria di alcune narrazioni romanesche con la serietà di alcuni temi, come la solitudine o il suicidio, senza mai scadere nella prosaica e retorica narrazione che spesso viene utilizzata per trattare alcune tematiche. Come un giovane può osservare, con i suoi limiti e le sue paure, così Zerocalcare osserva ed attraversa momenti leggeri e momenti difficili dando vita a riflessioni e pensieri complessi che sono il segreto di un’esistenza piena e sincera come è quella del giovane fumettista romano di Rebibbia, come ama definirsi.

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RIVISTO

LA PROFEZIA DELL’ARMADILLO, di Emanuele Scaringi (Italia 2018, 99 min.).

Non perfetto dal punto di vista cinematografico, ma interessante perché ci racconta qualcosa di più di uno degli artisti più sinceri ed originali degli ultimi anni.

Troppo convenzionale per il personaggio, il film racconta la vita di Michele Rech e dei suoi amici prima di diventare il fumettista famoso e potente che oggi conosciamo.

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