VISTO&RIVISTO La forza della mente per allontanare le insidie del mondo

visto rivisto equalizer

di Andrea Minchella

VISTO

THE EQUALIZER 2- Senza perdono, di Antoine Fuqua (The Equalizer 2, USA 2018, 121 min.).

Tutti vorremmo essere Denzel Washington, e tutti vorremmo essere The Equalizer. Per questi due motivi un apparentemente banale film d’azione piace trasversalmente in tutto il mondo. Non farà incassi record alla “Avengers”, ma sempre di un eroe si tratta. E di un eroe che vorremmo avere come amico, collega di lavoro o, magari, come quel fratello maggiore che può tirarci fuori da ogni problema. The Equalizer, come un vecchio samurai, sa che la sua forza proviene non solo dal corpo ma, soprattutto, dalla mente: così anche in questo secondo capitolo la lettura di classici svolge un’azione propedeutica al protagonista e, indirettamente, allo spettatore.

Il protagonista, in alcuni momenti, sembra ricordare lo strepitoso Sean Connery di “Scoprendo Forrester” di Gus Van Sant, che diventa, suo malgrado, un mentore per un ragazzo con grandi capacità intellettive ma che tiene nascoste per paura del giudizio degli amici. Anche in questo caso il messaggio è chiaro: solo la cultura e la lettura possono tenere lontani pericoli e insidie che il mondo ci presenta. The Equalizer arriva quando ormai non c’è più niente da fare.

Antoine Fuqua ci regala un perfetto film d’azione, equilibrato e ben narrato. Denzel Washington lo rende fluido e rapido. Questa coppia di artisti, insieme dall’ iconico “Training Day” del 2001, riescono a dar vita ogni volta ad una valida alternativa alle ormai spolpate saghe di supereroi.

Aspettiamo il terzo capitolo, visto che The Equalizer è l’adattamento cinematografico di una celebre serie televisiva americana degli anni ottanta

 

RIVISTO

MAN ON FIRE – Il fuoco della vendetta, di Tony Scott (Man on Fire, USA 2004, 146 min.).

Un piccolo capolavoro. Forse l’ultimo vero film di Tony Scott. Guardato attentamente “Man on Fire” oltre ad essere un bel film sulla vendetta, è un intenso film sulla morte, sulla consapevolezza di rinunciare alla vita. Guardato anni dopo, sembra essere una specie di testamento artistico del registra che nel 2012 decide di gettarsi da un ponte per chiudere con la vita.

Il film potrebbe essere studiato nelle scuole di cinema come perfetto esempio di film d’azione, che supera il genere prettamente fisico, e che evolve in un ricco e profondo viaggio fatto di riflessioni, emozioni, ricordi e decisioni difficili. Il tutto girato con movimentate e quasi nevrotiche inquadrature, sfocate e impresse su una pellicola volutamente ingiallita e rovinata, per sottolineare ossessivamente il senso di angoscia e paura che Washington vive in ogni istante della vicenda.

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